Abass, vai a fidarti degli amici...
«Ma Cantù è una squadra tosta»

L’ex capitano domenica scorsa è stato il migliore di Brescia

C’è forse una schiacciata di troppo, in pieno “garbage time”, che non è piaciuta proprio a tutti. Principalmente a quelli che - ugola e coraggio - lì sopra da sempre tengono alti i cori per la Pallacanestro Cantù. Ma forse a spingere mani e braccia fin lassù, più che i potenti muscoli delle gambe, deve averci pensato l’adrenalina di una partita da assoluto e incontrastato protagonista. Proprio contro il suo passato, proprio contro gli ex colori.

Il fatto che, in men che non si dica, si sia affrettato a scusarsi, conferma la statura, non solo fisica ma morale, del personaggio. Che, oltre ai fischi (se li aspettava e puntualmente sono arrivati), ha raccolto anche tanti applausi, oltre a richieste di foto e selfie e grandi pacche sulle spalle. Per Awudu Abass, in maglia Germani Brescia, quella di domenica non è stata una partita qualunque. Anzi. E ce ne si è accorti soprattutto dalla presenza a bordo campo: la sua famiglia d’origine, direttamente da Camerlata, e quella che si è fatto, con moglie ed erede nel passeggino.

Li ha ripagati tutti, dal campo, con una prestazione monstre e con il suo “high” stagionale di 20 punti messi a referto. «Giocare a Desio - e lo dice uno che tante volte ci è passato - non è mai facile. Lo sapevo molto bene e me ne sono accorto pure in questa occasione. Ma noi ci siamo riusciti. Ho però intuito subito che avremmo avuto vita dura, e così è stato».

Con l’Acqua San Bernardo Cantù Cinelandia che - pur sulle ginocchia per le fatiche di tre partite in otto giorni e a un passo dal baratro quando aveva toccato il -19 - ha trovato le insperate energie per tornare sotto (due volte a -5 con palla in mano), facendo sognare un popolo.

Particolari, questi, che ad Abass non sono sfuggiti. «Mi sento di fare i complimenti a Cantù - aggiunge il giocatore comasco -. È una squadra molto tosta. Che non molla il colpo e che ha confermato di essere in crescita costante. Li ho visti giocare forte, sia quando ero seduto in panchina e sia quando sono stato chiamato in causa. È stato davvero difficile mantenere un divario ampio contro una squadra così, ma noi siamo un gruppo unito e questo ha fatto la differenza».

Con lui, lì in mezzo a tanti italiani di grande spessore, a farne tanta di differenza. «Dite che sono cresciuto? Mi fa piacere - il parere dell’ex capitano -. Io cerco sempre di dare il massimo. Il resto lo sta facendo lo staff tecnico, con il lavoro in palestra. E io, grazie a loro, mi accorgo di migliorare di giorno in giorno».

Rischia di diventare l’uomo mercato, con le sirene che da Bologna - sponda Virtus - suonano ogni giorno sempre più forti. «Non parlo di mercato - conclude Abass -, voglio restare concentrato su Brescia. Non leggo tanto, ma sento anch’io le voci, però adesso l’unica cosa che conta è puntare ai nostri obiettivi stagionali. Che devono essere sempre quelli più ambiziosi».

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