Como, addio al dott. Pozzi
Pezzo di storia che se ne va

Il gruppo storico dei dirigenti del Como degli anni d’oro, quelli della Serie A degli Anni 80, ha perso una delle sue colonne

Lo hanno ricordato anche ieri sera, nel tradizionale ritrovo del martedì che stavolta è diventato l’omaggio a un grande amico. Il gruppo storico dei dirigenti del Como degli anni d’oro ha perso una delle sue colonne, Renato Pozzi, scomparso l’altro ieri per una malattia incurabile che non gli aveva però tolto una delle sue più grandi passioni, il Como.

Pozzi nel Como arrivò giovane, poco più che trentenne.

Commercialista di grande capacità entro nella società insieme al gruppo di Benito Gattei e Paolo Zerboni, a cui si unirono poi anche Mario Priante e Clemente Porro, e fu per tanti anni il dirigente di riferimento per la gestione finanziaria della società: dal 1977 al 1986 come consigliere con le presidenze di Tragni, Beretta e Gattei, successivamente per diversi anni ancora come componente del collegio sindacale della società.

Ma dal Como Pozzi non si è davvero staccato mai, perchè anche da quando cambiarono le cose ai vertici, da quando cioè il gruppo di Gattei cedette il Como a Mario Beretta nel 1993, lui come tutti i suoi compagni di avventura calcistica non hanno mai abbandonato il Sinigaglia.

Abbonamento fisso in tribuna, anche quest’anno: Sempre lì, sempre vicino al Como, insieme a Zerboni, Roncoroni, Lupi, e, anche se allo stadio non lo si vede da un po’, Gattei. Che però ha ancora l’abbonamento, anche quest’anno.

Perchè quello era, anzi è, un gruppo di amici veri. Che ancora, da quarant’anni, si ritrova a chiacchierare anche del Como tutte le settimane, tutti i martedì sera: buona mangiata, partita a carte tra amici, con loro c’è sempre anche un altro storico dirigente di quell’epoca, Mario Priante. E naturalmente Renato Pozzi era lì puntuale, ogni martedì.

«La settimana scorsa ci ha avvisato che non poteva, che non si sentiva bene – racconta commosso Paolo Zerboni -, purtroppo sapevamo delle sue condizioni, ma è stato un colpo duro per tutti noi, amici da una vita». Ed è lo stesso Zerboni a ricordare tanti momenti belli nel Como, «appena arrivati come consiglieri ricordo che ci fecero firmare un pacco di cambiali, allora ci si finanziava così, qualcuno firmava, qualcuno scontava la cambiale. E’ stato sin da subito un grande rapporto di fiducia tra di noi, anche questo è stato determinante per fare grande il Como».

Zerboni ricorda come «Pozzi era già avanti nei metodi di gestione finanziaria, credo sia stato tra i primi in Italia a ragionare sulla gestione delle plusvalenze: ricordo benissimo che andammo da Berlusconi per vendere Borgonovo e Simone, era una cifra importante per l’epoca e lui ci chiese uno sconto. Noi rispondemmo di no, che volevamo i nostri soldi e Renato propose di darceli in più anni, un sistema che allora non si usava e che poi utilizzarono in tanti... Ognuno di noi aveva il suo compito in quella società, e lui fu davvero fondamentale nel far funzionare bene la gestione. Nessuno di noi era Agnelli, Berlusconi o Mantovani, per citare i grandi presidenti del calcio di quell’epoca, eppure riuscivamo a competere con loro. Fummo anche fortunati, ma eravamo veramente un bel gruppo». I funerali si svolgeranno oggi a Sant’Agata alle 14.30.n 
L. Cav.

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