Tutti Insieme Cantù. Ma per davvero

Un anno fa il miracoloso salvataggio della società grazie a un gruppo di coraggiosi imprenditori locali. Al Salone dei Convegni hanno festeggiato protagonisti, bandiere, tifosi ed ex (messaggi di Cremascoli e Mazarino)

Un anno fa, giusto ieri, la Pallacanestro Cantù (ri)portava a casa la pelle, evitando di percorrere sino in fondo la strada che avrebbe fatalmente condotto al capolinea del fallimento. La proprietà del club, nella prima serata di quel 18 febbraio 2019, dismetteva le insegne dell’acquisita intemperante casata russa per far ritorno all’amata casa madre canturina. A riportare tra i propri confini naturali - là dove è religione - la titolarità di una società sportiva che ha contribuito a scrivere parte della storia della pallacanestro italiana, “Tutti Insieme Cantù” che ne ha rilevato ufficialmente la proprietà.

Compleanno

E, appunto ieri, “Tic” (la compagine di azionariato popolare sorta nel 2013) ha inteso festeggiare l’affascinante compleanno organizzando - al Salone dei Convegni di piazza Marconi - la serata denominata “Un anno di noi”. Un appuntamento condiviso e da condividere con i tifosi biancoblù (buona la risposta) nel corso del quale per il tramite di testimonianze dirette e di alcuni filmati si sono rivissuti i momenti di quello storico salvataggio. Rivisitandoli con la conduzione affidata a Edoardo Ceriani, responsabile dei servizi sportivi del nostro giornale. Schierati sul “palco” i protagonisti (assente Davide Marson) di quei frangenti fondamentali quali Angelo Passeri, Sergio Paparelli, Antonio Munafò, Antonio Biella, Andrea Mauri, Claudio Vassallo e il notaio Gianfranco Manfredi che in effetti diede una bella mano non limitandosi all’ospitalità. Con loro, ieri, il sindaco Alice Galbiati («ricordo che qualcuno mi disse che io sarei stata il sindaco sotto il quale la Pallacanestro Cantù sarebbe morta...») che ha inteso celebrare «una società che guarda al futuro grazie a un progetto che come Comune seguiremo passo passo». Al suo fianco, colui che l’aveva preceduta in qualità di primo cittadino, Claudio Bizzozero, peraltro tra i fondatori di Tic, che ha ricordato gli istanti del parto di quello da lui definito come un “movimento di popolo”.

Anche Anna Cremascoli («dispiaciuta per non essere con voi stasera») - presidente del club al momento dell’ingresso di Tic - ha comunque tenuto a portare il proprio saluto affidandolo a una lettera. «Ricordo benissimo quella sera al Pianella - così la missiva -. Era il 10 ottobre 2013 e io avevo da poco scoperto di aspettare inaspettatamente il mio terzo figlio... Io e Claudio Bizzozero abbiamo parlato al popolo canturino, spiegando che una singola famiglia non sarebbe stata più in grado di portare avanti da sola la Pallacanestro Cantù. È stato difficile farlo, ma in cuor mio sapevo che di fronte a noi c’era un territorio fertile e innamorato come me di questa società, che avrebbe certamente colto il mio grido di aiuto. E così è stato: è nata Tic, dopodiché una serie di persone, imprenditori del territorio, hanno deciso di gettare il cuore oltre all’ostacolo e alla fine di quella stagione sportiva sono entrati in società insieme a me e alla mia famiglia, permettendo alla Pallacanestro Cantù di proseguire nella scrittura delle sue pagine di gloriosa storia. Grazie a tutti loro, per il loro coraggio e la loro follia».

Ospiti

Tra il pubblico autentiche icone canturine quali Pierluigi Marzorati, Ciccio Della Fiori e Gianni Corsolini, oltre alla Cantù attuale rappresentata da coach Cesare Pancotto e capitan Andrea La Torre (a proposito, è apparso il rendering della maglia speciale che la S.Bernardo-Cinelandia sfoggerà in occasione del prossimo match casalingo con Cremona), senza trascurare una sorta di trait d’union rappresentato da Nicola Brienza.

Al termine, carrellata di video messaggi di alcuni ex giocatori della Pallacanestro Cantù: da James Feldeine a Denis Marconato, da Eric Williams a Salvatore Parrillo, da Maurizio Tassone a Phill Jones, da Nicolas Mazzarino a Manuchar Markoishvili. Con un paio di ex allenatori, quali Pino Sacripanti e Marco Sodini, che hanno fatto a loro volta incursione.

La morale di questo primo anniversario è forse ben riassunta da una frase che si è colta nel corso degli interventi: «Non una serata per autocelebrarsi bensì per tener sempre desta l’attenzione sulla Pallacanestro Cantù».

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