A Cantù Asnago scatta la protesta dei pendolari: «La navetta ci lascia a piedi in stazione»

Disservizi L’assessore Ferrari: «Tema sottoposto ad Asf, ma il problema sono i ritardi dei treni». L’azienda di trasporto conferma: «Gli autisti attendono sempre i passeggeri, fin dove possibile»

Il servizio c’è, ma bisogna lavorare sulla coordinazione dei tempi. E il problema, stavolta, non sarebbero i bus, ma i treni. Tema che ricorre da anni, quello del bus navetta gratuito che ha sostituito la linea urbana 3 e che collega la stazione ferroviaria di Cantù Asnago con il centro, e che, lamentano i pendolari, spesso parte troppo presto, lasciandoli a piedi. Navetta che era stata istituita in via sperimentale nel 2014, per indurre un numero sempre maggiore di utenti a scegliere il trasporto pubblico e lasciare l’automobile nel box, per non intasare ulteriormente le strade canturine.

Un servizio prezioso, ma...

Un servizio prezioso, che ha contribuito ad alleggerire la situazione e che da allora vede confermare ogni anno la gratuità per i viaggiatori, con il Comune a sostenere le spese, nell’ottica politica di favorire concretamente una mobilità alternativa. Per incrementare ulteriormente l’utilizzo del bus, però, bisogna migliorare le coincidenze.

Quando questa linea venne istituita, trasformando la linea urbana 3 in una navetta, una delle critiche mosse ad Asf Autolinee era la poca attenzione su questo fronte. Il che scoraggiava molti dall’utilizzarla, perché arrivare la sera stanchi dal lavoro o dall’università e rischiare di non poter tornare a casa è un rischio che, ragionevolmente, si cerca di evitare. Per questo, nel tempo, si sono aggiunte delle corse e si è messa mano all’orario. Ma il problema continua.

A sollevare la questione è stato il consigliere comunale di Cantù Rugiada Francesco Nava: «Mi è capitato più volte di andare alla stazione a prendere la mia fidanzata, e ho visto con i miei occhi che a volte ci sono due bus e a volte, al contrario, in un orario in cui sarebbe stata prevista una corsa non c’era nessun mezzo. Oppure ho visto arrivare un treno e mentre i primi pendolari scendevano a terra si sono ritrovati a guardare la navetta che partiva senza di loro».

Segnalazioni di questo tipo, da parte dei viaggiatori, giungono anche al Comune, che si confronta con l’Agenzia del Trasporto Pubblico e Asf Autolinee, la società guidata da Guido Martinelli, che gestisce il  servizio di trasporto pubblico passeggeri a Como.

«Sono state riviste le corse»

«Periodicamente si registrano disservizi – la replica dell’assessore alla Mobilità Matteo Ferrari – in modo tutto sommato sporadico e quando effettuiamo degli accertamenti spesso registriamo che le cause sono estranee al servizio comunale e legate al ritardo dei treni. Anche per questioni di natura cantieristica, per interventi sui tracciati». Asf, ha proseguito, ha spiegato che possono esserci state anche ragioni legate al personale assente per malattia, o di organizzazione dell’azienda. Ma a quanto pare in buona parte dei casi la navetta parte parche il ritardo del treno è eccessivo.

«Sono state riviste le corse – prosegue Ferrari – ed è stata data indicazione di avere qualche minuto di tolleranza, purtroppo però se i minuti in questione diventano troppi il bus deve partire, altrimenti si rischia di creare un effetto domino con conseguenze su tutte le corse».

Un quadro che Asf Autolinee conferma, rimarcando che il servizio viene monitorato costantemente e che gli autisti attendono, per quanto sia possibile, i pendolari.

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