A Cantù i consulenti dell’Unione Europea: «Il museo diffuso è un’urgenza. La memoria storica sta sparendo»

Il progetto Le voci del tessuto economico dopo l’arrivo dei consulenti dell’Unione Europea: «Importante ottenere altri fondi per tramandare il patrimonio del legno arredo e del merletto»

All’indomani dell’arrivo dei consulenti dell’Unione Europea, il tessuto economico e sociale della città vuole essere molto concreto, sul tema del museo diffuso dedicato al legno arredo e al merletto, unico progetto a livello nazionale a vincere il bando New European Bauhaus, salutato da tutti come una grande opportunità per Cantù. Il premio, intanto: 75 giorni di consulenza, iniziati ieri, con la presentazione al Salone dei Convegni. E già la città è partita con le proprie considerazioni su come realizzarlo.

Quindi: l’importanza di ottenere altri fondi dall’Europa per i lavori di adeguamento. Di tramandare un patrimonio di pezzi di design sparsi soprattutto in case private, per poter allestire gli spazi pubblici del museo: qualcuno propone anche un censimento. Piace l’idea digitale immaginata per Enaip con Mondovisione. Ma servirà anche una migliore rete di mezzi pubblici.

Fondamentale l’apporto locale

Cristina Garzillo di Iclei, organizzazione internazionale di enti locali per lo sviluppo sostenibile, e Damiano Ravera di Ramboll, società di consulenza, hanno ricordato come il museo dovrà essere tratteggiato dagli stessi attori locali. Nessuno dei presenti fatica a esporre le prime considerazioni pratiche sul “Fulawim Furniture and Lacework Widespread Musem”, nome internazionale del progetto redatto dal Comune di Cantù, pensato per Villa Calvi, per l’ex Sant’Ambrogio e per altre sedi in centro città, tra queste Galliano e il liceo artistico Melotti.

Fra i principali esponenti delle associazioni di categoria presenti, non mancano le prime valutazioni in queste giornate di Festival del Legno 2022, decima edizione, “Ieri, oggi e domani. Prove di museo diffuso”. «Il museo diffuso ha una grandissima potenzialità ed è un’opportunità. Ora bisogna mettere a fuoco la progettualità - afferma Alessandro Marelli, presidente della Consulta per l’Economia e della delegazione di Cantù di Confartigianato Como - Credo che la Collezione Bruno Munari riordinata da Enaip potrà essere un punto importante».

Per Marco Bellasio , presidente del settore legno e arredo di Confartigianato Como e presidente di Qualità Cantù: «Mi piace molto il progetto digitale di Enaip - afferma - e il museo diffuso, in genere, è un progetto urgente, perché le memorie storiche stanno scomparendo. La maggior parte dei pezzi storici del legno arredo sono nelle case private. Ora conta documentare in pubblico». Per Enzo Fantinato, responsabile rapporti istituzionali Cna Lario e Brianza: «Visibilità alle collezioni presenti. E chissà quanti pezzi ci sono nelle case private e nelle botteghe, che andrebbero censiti e resi fruibili».

Centrale il confronto sulla cultura

Per Alessandro Bolla, referente per Cantù di Confcommercio Como: «Cantù è servita dai mezzi pubblici in maniera indecente. Spero che il museo sia un’ulteriore iniezione di fiducia per elettrificare la ferrovia Como-Lecco. I consulenti hanno detto che con il bando Bauhaus potremo accedere più facilmente a fondi europei: bene, deve essere così». Sul fatto che alcuni Comuni vorrebbero entrare nel progetto: «Bene se ci saranno collaborazioni anche con altri Comuni, ma ricordiamo che è il museo diffuso di Cantù».

Per Ilenia Brenna, direttore Enaip Cantù: «L’Enaip Factory potrà essere un riferimento per attività culturali e laboratori per bambini». Con la cooperativa Mondovisione, è stato presentato un progetto a Fondazione Cariplo. «L’obiettivo - dice Marco De Marco - è rendere Enaip un abbeveratoio di creatività. Per una comunità che torna a confrontarsi sulla cultura».

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