Accompagnano l’amico ferito ma sbagliano ingresso: «Urla folli e colpi alla porta in pediatria»

Cantù Il racconto : «Nottata da incubo. Ero con mia figlia, altre madri infermiere e un medico donna. Ho chiamato io i carabinieri»

Una nottata da incubo, che non dimenticheranno tanto presto. La notte tra sabato e domenica, quando, attorno alle 3.30, tre uomini di origine albanese sono arrivati all’ospedale Sant’Antonio Abate accompagnando un amico con ferite da arma da taglio al volto e all’ascella. Volevano entrare in pronto soccorso, perché potesse venire curato, invece hanno creato paura e scompiglio in Pediatria, cercando l’ingresso.

«Urlavano come dei pazzi – racconta una donna che era nel reparto con la figlia ricoverata – e colpivano con violenza la porta, sembrava che volessero buttarla giù». Hanno tirato un carrello anche contro l’ingresso della Rianimazione, nella loro furia. «Non abbiamo capito che ci fosse un ferito con loro – continua – sentivamo solo i colpi. C’eravamo noi mamme, le infermiere, un medico donna. Eravamo nel panico. Mia figlia piangeva, io pensavo a come metterci in salvo se fossero riusciti ad entrare. E ho chiamato i carabinieri».

La paura

Fortunatamente non è accaduto, la porta era chiusa. «A me dispiace che quell’uomo fosse ferito – continua – ma è stata un’esperienza terribile, nemmeno in ospedale ci si può sentire al sicuro. Al Sant’Anna la sera non è possibile entrare, invece qui è molto facile a qualunque ora e questo è davvero preoccupante. Mi auguro si voglia intervenire». Asst Lariana in una nota replica che «la sicurezza è un tema all’attenzione della direzione e degli uffici aziendali. La situazione dell’ospedale di Cantù, tuttavia, non può essere paragonata a quella del Sant’Anna, in quanto il presidio di San Fermo è stato costruito dieci anni fa e dispone di un Pronto soccorso separato». In merito all’episodio sottolineano che le persone in questione «non hanno seguito le indicazioni chiaramente presenti e si sono recati sul percorso del Pronto soccorso pediatrico. Comprensibile l’allarme, ma, correttamente, il reparto di Pediatria era chiuso».

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