«Anche mia figlia aggredita al luna park, ha un danno permanente all'orecchio». Racconto choc di una mamma

Cantù Dopo l’episodio di pestaggio della scorsa domenica, altre storie simili vengono a galla: «Calci e pugni a lei e a un amico da parte della baby gang e nessuno è intervenuto. Da tre anni attendo giustizia»

Spuntano altri pestaggi in zona luna park, fatti avvenuti in passato, sempre in corso Europa e dintorni, in concomitanza con la presenza delle giostre. Ora, a chiedere giustizia, a pochi giorni dalla rissa avvenuta domenica, è una madre, per un violento episodio risalente e sempre ascrivibile a una baby gang. La figlia, come gli amici, aggredita, ha riportato danni permanenti all’orecchio. La famiglia è alle prese con un’odissea legale ancora in corso.

«Noi, parte lesa, abbiamo dovuto incorrere in trafile infinite, deposizioni, visite, dolore, frustrazione - scrive Raffaella Vasconi in una mail a La Provincia - Dopo tre anni stiamo ancora aspettando, con un danno permanente all’orecchio ed un’ipoacusia grave a causa delle botte, che la giustizia faccia il suo corso».

Domenica, a Cantù, due sedicenni sono rimasti feriti, dopo essere stati aggrediti da una baby gang: un pestaggio iniziato alle giostre, dove è avvenuto un parapiglia poco dopo un contatto sugli autoscontri. Uno dei ragazzi, residente nell’Olgiatese, è finito al pronto soccorso. Una vicenda che ha colpito anche una famiglia di Como.

«Scrivo di getto, di rabbia»

«Scrivo di getto, dopo aver letto solo le poche righe introduttive dell’articolo sul pestaggio avvenuto al luna park - le parole della mamma - Un’ondata di rabbia e dispiacere mi ha colpita e sono tornata con la mente a circa tre anni fa. Luna park di Cantù, tardo pomeriggio. Mia figlia, con altri amici, decide di lasciare gli autoscontri perché, per futili motivi, il clima sta diventando pesante».

Ma non basta provare a girare al largo. «Mentre si allontanano - aggiunge - un suo amico viene preso da un gruppo di giovani e trascinato in un luogo più isolato e picchiato. Mia figlia, presa da dietro, per i capelli, sbattuta a terra e riempita di calci e pugni. In qualche fortuito modo sono riusciti a scappare». A portare ulteriore sconvolgimento è che, secondo la mamma, nessun adulto abbia fatto nulla: «Nessuno, e ripeto, nessuno, è intervenuto, compreso gli adulti presenti alle giostre».

«Circondati dall’indifferenza»

Nel racconto della mamma, i ragazzi sono stati circondati dall’indifferenza anche dopo, come lasciati in balia delle conseguenze del pestaggio, senza ricevere l’aiuto di nessuno. In qualche caso, è sembrato, addirittura ostacolati. E forse questo è un aspetto che dà ancor più da pensare, rispetto alla rissa in sé generata da dei ragazzini: l’atteggiamento del mondo degli adulti, la non curanza di fronte a degli adolescenti feriti. Come se fosse meglio farsi i fatti propri. «Sono riusciti a fatica a salire sull’autobus, perché l’autista non voleva permetterlo e, anche sul mezzo, nessuno ha prestato aiuto a dei ragazzi sanguinanti, senza denti e con i volti tumefatti», sottolinea la mamma.

Ora, l’episodio di domenica ha fatto rivivere nella madre della ragazza pestata quanto vissuto allora. «Questo mio scritto non ha un intento preciso, vorrei solo rendere pubblico ciò che fino ad ora non ho urlato al mondo: sono indignata per tutti quelli che si sono girati dall’altra parte e anche, con rammarico, per la giustizia italiana. Prima o poi so che arriverà. Ma nel frattempo?».

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