Arrestato per aver aggredito un’amica dopo cena, nega al giudice calci, pugni e sberle. Libero, ma a debita distanza

Cantù L’uomo era stato arrestato con accuse di rapine e stalking e stando al racconto della donna tutto sarebbe nato da una scenata di gelosia. Arresto convalidato con scarcerazione e divieto di avvicinamento

«Guardi, a dirla tutta i lividi e i segni sul volto li ha solo il mio assistito».

A parlare, al termine dell’interrogatorio di convalida svoltosi nella mattinata di ieri – e concluso con la scarcerazione di Cesare Buttari, 49 anni di Cantù – è l’avvocato che l’ha assistito, Massimo Bruno. L’uomo era stato accompagnato in carcere dai carabinieri di Cantù venerdì con le pesanti accuse di rapina e stalking (per questa ultima ipotesi era indagato a piede libero) nei confronti di una amica, fatti avvenuti al termine di una cena in pizzeria che non si era conclusa come era nelle aspettative.

Stando al racconto della donna che era con lui, pure lei canturina e più giovane, l’uomo avrebbe fatto una scenata di gelosia solo per un saluto ad un altro commensale presente nel locale, strappandole poi la borsetta contenente i soldi (100 euro) e il telefono cellulare.

L’interrogatorio

Nel racconto della presunta vittima, si parlava anche di calci, pugni e sberle inferti all’esterno del locale “Marechiaro” nel pieno centro di Cantù. Questo era, almeno, il racconto della donna.

Ieri mattina tuttavia si è tenuto l’interrogatorio di convalida di fronte al giudice delle indagini preliminari di Como, Carlo Cecchetti.

E il quarantanovenne di Cantù avrebbe al riguardo fornito una versione completamente diversa di quanto avvenuto, negando con fermezza soprattutto la rapina e ricostruendo in modo alternativo quanto era stato riferito dall’amica. Su un ulteriore elemento l’uomo avrebbe puntato i piedi, ovvero quello di non aver nemmeno sfiorato la signora che era al tavolo con lui. Nessun calcio, nessuna sberla, a suo dire, e un quantitativo di alcol bevuto in egual misura sia da lui sia da lei. Il giudice, al termine dell’interrogatorio, ha accolto quelle che erano le istanze della difesa di rimettere in libertà il quarantanovenne.

Le telecamere

Il gip ha convalidato l’arresto disponendo tuttavia la scarcerazione e la misura del divieto di avvicinamento alla presunta parte lesa di questa brutta vicenda avvenuta il giorno prima di Capodanno.

Da quanto è stato possibile ricostruire l’uomo negherebbe la rapina della borsa (sempre rimasta nelle disponibilità della donna) e anche quella del cellulare, che era in casa sua ma solo perché entrambi erano saliti per discutere. Fondamentale inoltre – per dirimere parte della questione – sarà la visione delle telecamere poste lungo la via in quanto l’uomo nega categoricamente ogni gesto violento contro la signora.

I due, tra l’altro, avrebbero dovuto partire proprio dopo la serata in pizzeria, per una breve vacanza in occasione dell’ultimo dell’anno. Viaggio ovviamente naufragato.

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