Bea, la cugina e l’amica hanno voluto dirle addio con una lettera: «Eri come la nostra sorella gemella»

Cantù Le parole di Zeze Roccaro e Martina Rovro alla ragazza tragicamente scomparsa. Dalle speranze per il futuro ai sogni interrotti in «una notte nella quale tutto è cambiato»

La lettera di Aurora “Zeze” Zaccaro, la cugina e amica. «Bea amore, venerdì mattina sei riuscita, insistendo tanto come facevi sempre, a farmi passare un’ultima serata noi tre insieme. Proprio quella sera Martina disse di non avere mai avuto un’amicizia come quella che condividevamo e ricordo che tu avevi riso dicendo che ci amavi tanto».

La lettera dell’amica Martina Rovro: «Ciao Bea, sorellina mia, non trovo parole per tutto questo, non riesco a crederci, mi sento un vuoto enorme, mi sento un nodo che mi stringe forte la gola, non riesco ad immaginare il mio futuro senza te al mio fianco, avevamo dei sogni, dei progetti, da fare e realizzare insieme».

Le parole lette al Santuario

Le tre amiche sono rimaste in due. Qualche ora dopo quell’ultima foto scattata alle 23, Beatrice Zaccaro è caduta dallo scooter su cui era passeggera nel venerdì sera dove si festeggiava la fine della scuola, ed è morta il giorno dopo a 17 anni.

Le parole delle due coetanee, lette al Santuario della Madonna dei Miracoli, martedì pomeriggio, al funerale di Bea, raccontano con estrema sincerità speranze e sogni interrotti. Come scrive Zeze: «Ti sei assicurata che tua mamma fosse arrivata a casa perché non sapeva la strada e ti preoccupavi un sacco per lei perché la amavi da morire. Mentre Martina parlava tutta sorridente al telefono, io ti fissavo negli occhi per convincerti a venire via con me. Ci riuscii. Un millesimo di secondo è però riuscito a farti cambiare idea. Mi hai detto che non saresti tornata con me, mi hai baciato la fronte e mi hai detto che ci saremmo viste il giorno dopo. Ti ringrazierò per sempre per avermi tirata da te e avermi salutata lo stesso».

Funerali di Beatrice Zaccaro a Cantù: i compagni cantano per la diciassettenne. Video di Christian Galimberti

«Mi hai sempre detto che ero una sorella per te - aggiunge - Avevamo una vita programmata insieme, volevamo fare la prima vacanza insieme, prendere la patente. Ora sono giorni che mangio a fatica, dormo poco. Una parte di tutti noi è morta con te, ti amo più di qualsiasi cosa ora. Mi ci vorrà tempo per comprendere che non mi sveglierà mai più la tua voce stanca di prima mattina ma prima o poi torneremo tutti a vivere con te nei nostri cuori. Sono tua per sempre gemellina mia».

Come scrive Martina: «Eravamo insieme a ridere e a scherzare. Avevamo preso insieme l’appuntamento per fare le ciglia, dovevamo studiare insieme per l’esame. Venerdì sera prima di andare a Seregno eravamo in macchina a cantare come delle pazze con tua mamma, eravamo così felici per l’inizio dell’estate che avremo trascorso insieme. Quella sera eri così bella e sorridente. Non ti ho mai ringraziato abbastanza per tutto quello che hai fatto per rendermi felice. Ho un vuoto enorme, non ci sono nemmeno parole per spiegare ciò che sento è ciò che sentiamo tutti».

«Fino all’ultimo respiro con te»

«Mi ricordo - continua Martina - quando litigavamo che non riuscivamo a stare arrabbiate l’una con l’altra e scoppiavamo a ridere. Eri come una sorella per me. Non basterà mai un grazie eri e sarai per sempre la mia anima gemella e ti prometto che per quanto difficile possa essere cercherò di realizzare tutti i nostri sogni per te. Spero con tutto il cuore che quella sera mi sentivi mentre ti accarezzavo e ti chiamavo “amore”, avevo tanta paura ma anche se ne avevo sono rimasta lì fino al tuo ultimo respiro. Ti amo Bea».

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