Botte, violenza sessuale e gesto disperato. Condannato a 6 anni: l’arresto alla vigilia

Senna Comasco Definitiva la condanna a un uomo denunciato nel 2015 dall’ex compagna. La donna si era tolta la vita pochi mesi dopo la fine della relazione. Lui: «Sono innocente»

L’ultimo disperato appello in Cassazione è fallito, lo scorso 21 dicembre. E così il giorno della vigilia di Natale a casa di un uomo di 51 anni di Senna Comasco, si sono presentati gli agenti della polizia per notificargli un ordine di carcerazione immediato. L’uomo, infatti, dovrà scontare in carcere i prossimi sei anni, dopo che anche i giudici della Suprema Corte lo hanno ritenuto colpevole di maltrattamenti e violenza sessuale aggravata. Una vicenda terribile, sfociata con il suicidio della vittima nel febbraio di sei anni fa.

La denuncia

L’intero iter processuale aveva preso il via nel 2015 quando ai carabinieri si presenta una giovane donna. La quale racconta nei dettagli una storia di abusi, maltrattamenti fisici e psichici, botte, lesioni, minacce e pure di abusi sessuali. «Un percorso infernale» lo aveva definito nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero Massimo Astori, che aveva coordinato l’indagine dei carabinieri.

Lei, la vittima, era una donna fragile. «La vittima ideale» secondo il pubblico ministero. Una donna «incapace di allontanarsi» dagli uomini violenti della sua vita «nell’illusione di avere un po’ di affetto». Tra quegli uomini, appunto, l’imputato: Carlo Bernini. I due avevano avuto una relazione terminata la quale, due mesi più tardi, la donna si era tolta la vita. Non prima di aver raccontato ai carabinieri i suoi mesi accanto a un uomo ritenuto dalla giustizia colpevole di maltrattamenti e violenze.

L’arresto

Secondo l’accusa, l’uomo arrestato alla vigilia di Natale per scontare la sua pena definitiva, avrebbe più volte picchiato la sua compagna. Pugni e anche calci e lesioni che mai lei aveva denunciato ai medici, perché preoccupata e spaventata dalle possibili ritorsioni da parte dell’uomo (almeno stando al suo racconto ai carabinieri).

I difensori di Bernini, in tutti e tre i gradi di giudizio, hanno sempre respinto con forza le accuse. Hanno detto che le violenze non ci sarebbero mai state. Che la donna, fragile per l’appunto, si era di fatto inventata una storia infernale e che, soprattutto, non vi sarebbero stati elementi per sostenere la veridicità di quelle parole.

Ma sia in primo grado, che in appello e infine in cassazione, il cinquantunenne di Senna è stato ritenuto colpevole delle accuse a lui mosse. Colpevole delle percosse, colpevole degli insulti e delle minacce, colpevole di aver impedito alla donna di vedere gli amici, colpevole di averla anche violentata in un’occasione, nel luglio 2015 poco meno di un anno prima il tragico gesto della vittima. Durante il processo a Como erano stati sentiti numerosi testimoni tra i quali anche assistenti sociali che avevano assistito la donna. Il 21 dicembre l’ultimo appello è caduto nel vuoto. La Cassazione ha confermato: colpevole. E così la vigilia di Natale i poliziotti si sono presentati a casa dell’uomo, lo hanno prelevato e accompagnato al Bassone. Dove dovrà restare per i prossimi sei anni.

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