Cantù, tagli di mezzo milione per far quadrare il bilancio. E le tasse restano invariate: «Impossibile ridurle»

Il casoSforbiciate un po’ ovunque per arrivare all’approvazione entro fine anno. Molteni: «Non ci saranno ripercussioni, ma esercizio provvisorio da evitare senza certezze»

La priorità, per il momento, è stata chiudere il bilancio per la fine dell’anno, e farlo senza modificare le aliquote delle imposte comunali. Tari, Imu, Irpef, per il 2023 resteranno invariate.

Ma per raggiungere questo equilibrio è stato necessario compiere tagli per centinaia di migliaia di euro – oltre mezzo milione – su molte voci del bilancio, che l’anno prossimo, alla luce dei sostegni economici che potranno arrivare dallo Stato, verranno quindi riviste.

Ultima seduta di consiglio comunale prima delle feste di Natale, questa sera alle 20.30 al salone dei convegni e all’ordine del giorno c’è l’approvazione delle tariffe dei tributi locali e dello schema di bilancio di previsione 2023-2025.

Tariffe che, spiega il vicesindaco Giuseppe Molteni, con delega proprio al Bilancio, resteranno invariate. «Sì, è tutto confermato – dice – la tassazione rispetta l’anno precedente. Avremmo voluto diminuirla, ma oggi non è assolutamente possibile. Abbiamo però deciso di non aumentarla».

Il caro energia

Il problema di fondo, prosegue, il caro energia. Per l’energia elettrica, spesa triplicata. Da da qui alla fine dell’anno, anche grazie ad aiuti statali, si è assorbito il colpo del caro-bollette rimodulando alcune voci di spesa, ma il 2023 preoccupa parecchio e si spera in un intervento serio. Proprio poche settimane fa, in commissione bilancio, è stata approvata l’ultima variazione dell’anno, che prevedeva un contributo statale per garantire la continuità dei servizi, 264mila euro utilizzati proprio per il pagamento delle forniture di luce e gas. Ma per l’anno prossimo non è ancora dato conoscere su che tipo di ristorni si potrà contare.

«Nel predisporre il bilancio – prosegue il vicesindaco – abbiamo dovuto presumere il mantenimento di questi aumenti, di contro non abbiamo la certezza di questi introiti. Per cui abbiamo effettuato una serie di tagli tecnici su molte voci di bilancio, per raggiungere l’equilibrio».

Tagli per centinaia di migliaia di euro, che non pesano su un unico settore ma sono diffuse in misura più contenuta ma su tutti i settori.

«La scelta alternativa – continua Molteni – sarebbe stata andare in esercizio provvisorio, ma sappiamo quanto possa essere impattante per gli uffici. Per questo abbiamo preferito procedere con dei tagli, che non saranno impattanti per il cittadino su un bilancio da oltre 30milioni di euro. Poi, quando avremo certezza delle entrate, andremo a operare delle scelte politiche approvando delle variazioni».

La linea progressiva

L’anno passato in aula si era avuto uno scontro sull’Irpef , quando sono state approvate le modifiche che hanno rivisto gli scaglioni, provvedimento grazie al quale tutti i contribuenti dovrebbero ottenere un alleggerimento dell’imposta dovuta. Ma, questa la critica mossa dalle opposizioni, questa ipotesi propone una progressività lineare e quindi privilegia i redditi più alti, con un taglio quasi del 4% per la fascia oltre i 200mila euro.

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