Carimate e Figino piangono Alessio
Morto a 42 anni, lascia una bambina

Oggi alle 14 nella chiesa di San Michele a Figino Serenza l’ultimo saluto ad Allevi

«Sono stato un leone, non te lo dimenticare mai». Fino all’ultimo, fino a che è scivolato nel sonno senza risveglio, Alessio Allevi ha continuato a dare coraggio alla moglie Elvira, consapevole che non sarebbe potuto essere accanto a lei per veder crescere la piccola Lara. Ci sarà anche lei, oggi alle 14, nella chiesa di San Michele, a Figino Serenza, per salutare per l’ultima volta il suo papà, portato via a 42 anni appena da un male terribile. E la sera, con mamma, cercherà ancora la sua stella scrutando il cielo.

Un dolore che toglie le parole quello per la scomparsa del giovane marito e padre, originario di Carimate ma residente a Figino dal 2011, da quando si era sposato con la bella ragazza conosciuta in un locale tre anni prima, complice la sorella di lei. Due comunità oggi affrante di fronte a un destino tanto ingiusto, che si stringono alla moglie e alla figlia, ai genitori Maria e Luigino, al fratello Simone.

Uno sportivo, che non aveva mai avuto problemi di salute, Alessio, che gli amici chiamano Coleman, e il motivo di quel soprannome, dice Elvira Cerreta trovando un sorriso nel ricordo grato dei tempi felici insieme, lei non l’ha mai saputo. Un anno fa la diagnosi terribile, un tumore al colon. L’operazione, la terapia, e ai controlli, lo scorso inverno, la situazione sembrava risolta, sembrava che si potesse finalmente riprendere a respirare profondamente e a progettare il futuro. E invece il futuro precipita in pezzi. È passata solo una settimana da quando accompagnava la figlia a comprare un fiore, per la festa della mamma.

Poi il dolore allo stomaco che non passa, la corsa in pronto soccorso, il ricovero al Sant’Anna e le parole dell’oncologa che non potranno mai essere dimenticate, «il male se l’è divorato». Lucido e consapevole, tanto da capire quel che stava accadendo senza bisogno di parole, solo guardando il volto della moglie, dicendole «È andata così». Fino al momento in cui la figlioletta Lara, di 7 anni, ha voluto salutare il suo papà, che a lei pareva dormisse, stringendogli la mano.

«Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa simile – dice Elvira Cerreta – È rimasto cosciente e presente fino alla fine, e mi ha detto “Sono stato un leone, non te lo dimenticare mai”». Autista e magazziniere alla Idrosanitaria di Cermenate, appassionatissimo di motociclismo e di motori, anche se qualche mese fa aveva venduto la sua Hornet 600, perché non riusciva più a guidarla come prima. E poi l’Inter, nerazzurro sfegatato, e la Pallacanestro Cantù, portando anche Elvira nei palazzetti per assistere alle partite.

Oggi alle 14 nella chiesa di San Michele a Figino Serenza verrà celebrato il funerale, preceduto dalla recita del rosario, mentre la tumulazione delle ceneri avverrà al cimitero di Carimate, il suo paese d’origine, accanto a quel nonno di cui, da qualche tempo, aveva preso a parlare tanto, con il rimpianto di non averlo conosciuto.

Silvia Cattaneo

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