Case di riposo, riecco le liste d’attesa: si erano azzerate per il coronavirus

Cantù Alla Garibaldi Pogliani sono 102 in via Galimberti, 43 in via Fossano e 13 a Capiago. Anziani che aspettano una sistemazione nelle Rsa anche ad Alzate (138) e a Cucciago (55)

Ormai alle spalle gli anni terribili della pandemia, che hanno messo a dura prova le residenze sanitarie per anziani, si torna alla situazione pre-Covid, con posti letto esauriti e liste d’attesa. Se non mancano gli aspiranti ospiti, però, mancano infermieri e medici. La scorsa primavera, all’inaugurazione della quarta sede della Garibaldi Pogliani, a Fecchio, il presidente Silvano Cozza aveva ammesso di aver avere passato notti insonni per la preoccupazione, dopo aver intrapreso il progetto.

Oggi anche in via Sparta i posti sono pressoché esauriti, ma a impensierire è il personale, anche perché per rispettare i livelli imposti dalla Regione è impossibile scendere sotto una certa soglia. A confermare la situazione sono i dati che le residenze sanitarie per anziani forniscono mensilmente ad Ats Insubria, che li rende consultabili.

Il punto e i numeri

La situazione, aggiornata al 28 febbraio scorso, vede nella sede di via Fratelli Galimberti della Garibaldi Pogliani, quella storica, una lista di 102 persone in attesa di un posto per non autosufficienti, 26 maschi e 76 femmine. Qui sono 93 i posti letto contrattualizzati, ovvero quelli riconosciuti dalla Regione tramite regolare contratto e finanziati con quote a copertura dei costi sanitari sostenuti dalle Rsa. Il che permette di mantenere la retta un po’ più bassa rispetto alle sedi di via Fossano e di via Sparta, da 59 a 63 euro al giorno. In via Fossano, appunto, all’ex Cem, in lista d’attesa ci sono 43 persone, 23 maschi e 20 femmine. Qui la retta giornaliera va da 77,50 a 92,50 euro. Nella sede di via Camuzio, a Capiago Intimiano, 13 in attesa, 11 signore. La struttura di Fecchio ha 80 posti disponibili, e la quota riservata agli anziani, conferma Silvano Cozza, è al completo, mentre resta qualche disponibilità nella residenza sanitaria per disabili. «Sì – dice il presidente – per la comunità c’è ancora qualche posto, ma non per gli anziani. I numeri delle liste d’attesa, di fatto, riempirebbero già una quinta struttura».

Il nodo del personale

Ma se l’utenza, in un’Italia dove l’età media è sempre più alta, non manca, manca chi si occupi di queste persone: «Il vero problema – prosegue Cozza -, oggi, è il personale. Tra licenziamenti, perché trovano altre offerte e stipendi più allettati, e pensionamenti, siamo perpetuamente alla ricerca di infermieri e medici. Un tempo erano loro che ci mandavano richieste di assunzione in grande quantità, oggi siamo noi alla continua ricerca».

Un’emergenza che stanno affrontando anche gli ospedali, che aprono bandi che vanno deserti. I motivi, superlavoro e stipendi non adeguati. Quello del lavoro è un mercato, dove ognuno è libero di fare le proprie scelte, e nel Comasco si sente forte la concorrenza della Svizzera o di Milano.

Sempre secondo i dati pubblicati da Ats Insubria a Cantù, alla Rsa Vivaldi, che conta 112 posti letto a contratto, non c’è lista d’attesa, così come a Cermenate, a Villa Clarice. Ad Alzate Brianza, alla Casa per Anziani Don Giuseppe Allievi, invece, sono 138 le persone in attesa, 62 maschi e 76 femmine, e alla Pascoli di Cucciago 55. I numeri più alti si registrano nel Marianese, ad Arosio, dove alla Fondazione Borletti la lista d’attesa arriva a quota 234 e all’istituto Galetti a ben 326, 264 donne.

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