Due consiglieri di Fratelli d’Italia in meno, terremoto politico a Cantù

Il caso Il gruppo nell’assemblea consiliare torna ai numeri delle origini: via Ramella e Brenna: «Indipendenti, voteremo secondo coscienza». Il medico: «Mai tutelato dal livello provinciale»

Se ovunque Fratelli d’Italia moltiplica gli esponenti, nel consiglio comunale di Cantù avviene l’esatto contrario: partiti da un solo consigliere si era saliti a quota quattro, per tornare ora al punto di partenza dopo le dimissioni di Michele Ramella e Sergio Piero Brenna.

O meglio, tecnicamente sarebbero due, il capogruppo Valeriano Maspero, ormai cavaliere solitario dei meloniani, e il presidente Mirko Gaudiello, che però ha deciso nei mesi scorsi di lasciare il gruppo consiliare. Ma non il partito.

La scacchiera in Aula

E proprio questa inusuale situazione ha causato il malessere che ha spinto Ramella ad andarsene.

Come dichiarato l’altra sera attaccando il coordinamento provinciale del partito per aver a suo avviso ostinatamente ignorato il paradosso del consigliere di Schrödinger, che è nel partito ma non nel gruppo consiliare del partito: «Ritenendo che le fortune di ogni partito nascano dalla visibilità territoriale delle figure che lo rappresentano, non essendomi mai sentito tutelato e valorizzato dagli organi politici territoriali per il lavoro svolto, rassegno le dimissioni dal gruppo politico consiliare di Fratelli d’Italia».

La Lega, da un paio d’anni bersaglio degli strali dei meloniani in aula, ha chiaramente accolto con larghi sorrisi le dimissioni, dato che il centrodestra vive il disagio di una maggioranza dai numeri risicatissimi. Non è scontato però che ora Ramella e Brenna votino con Lega, Forza Italia e Cantù Sicura, dato che entrambi hanno dichiarato di essere, d’ora in avanti, indipendenti e quindi che si esprimeranno di volta in volta secondo coscienza.

Le motivazioni

Ma il capogruppo della Lega Gabriele Maspero ha battuto cassa: «Evidentemente quel progetto politico annunciato due anni fa o non c’era o è fallito. Faccio i migliori auguri ai consiglieri che si sono dichiarati indipendenti e ricordo che i voti per essere in questo consiglio sono stati raccolti sostenendo il sindaco Alice Galbiati».

Che sarebbe stata la seduta del divorzio era chiaro, dato che da mesi ormai i due non partecipavano al Consiglio. Nel caso di Brenna, anche per seri motivi familiari. In apertura Ramella ha motivato la propria scelta, spiegando di essersi avvicinato a FdI quando a livello locale aveva ancora un consenso impalpabile, nel 2020, su proposta di Edgardo Arosio, adoperandosi da subito nel proporre mozioni su temi legati alla sanità – che conosce bene in quanto medico – e sul castello di Pietrasanta.

«Ho nel tempo – ha sottolineato – constatato la mancata tutela da parte dei vertici sia provinciali che regionali di Fratelli d’Italia a difesa del nostro neo costituito gruppo consiliare, che non si è mai sentito adeguatamente supportato». E poi il caso Gaudiello: «Ho più volte preso atto – ha proseguito – che il presidente del Consiglio avesse votato incomprensibilmente contro le mozione da me presentate, senza ricevere alcun ammonimento sul proprio operato da parte del coordinatore provinciale».

Stessa linea quando poi Gaudiello ha preso le distanze dal gruppo. «Stupisce – ha continuato Ramella – che la gravità di queste affermazioni, che hanno generato notevole imbarazzo in tutto il gruppo consiliare, siano cadute nell’oblio, e non abbiano ricevuto ferme prese di posizione da parte dei vertici politici di Fratelli d’Italia».

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