Festival del Legno e ambiente: «Vivere in armonia per salvarlo»

Performance L’installazione Antimatter Store in piazza Garibaldi chiama all’impegno. La scultura realizzata con materiale di scarto. L’apertura dello sportello in cui infilare i rifiuti

L’arte, da sola, forse non potrà cambiare il mondo. Ma può risvegliare le coscienze, per costruire, un piccolo gesto alla volta, un futuro sostenibile e armonico.

Tanti, soprattutto studenti, ieri mattina l’hanno fatto, questo piccolo gesto, per sensibilizzare sul tema dei rifiuti di plastica che soffocano i mari e la terra, in una performance, un’azione urbana che che si è tenuta in piazza Garibaldi.

Al centro l’installazione Antimatter Stone, realizzata da Sebastiano Pelli con materiale di scarto e rivestita dalla vernice dell’azienda canturina Molteni Vernici, per portare a riflettere sull’emergenza climatica.

Il primo grande evento pubblico della decima edizione del Festival del Legno, inaugurata venerdì sera nella cornice sempre suggestiva di Sant’Ambrogio, la ex chiesa della Trasfigurazione, dove è allestita la mostra a cura di Tiziano Casartelli dal titolo “Storie di mobili, designer e aziende”, che resterà allestita sino al 27 novembre.

Fil rouge

Nel programma della rassegna, che vede La Provincia come media partner, in scena da qui a domenica 20 novembre, appuntamenti ormai consolidati, come Botteghe Aperte e Shopping & Design e poi mostre, talk, laboratori.

Fil rouge dei tanti eventi il tema “Ieri, oggi e domani. Prove di Museo Diffuso”. Fin da giovedì il crinale s’è già trasformato in un museo a cielo aperto, accogliendo l’opera dell’artista Sebastiano Pelli, Antimatter Stone, che, durante la 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica al Lido di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Biennale di Venezia, aveva rappresentato il progetto Il Terzo Paradiso in Laguna.

Progetto itinerante, per allargare ancora di più la riflessione sulla salvaguardia dell’ambiente e sul concetto di rifiuto, veicolando questi temi nelle città italiane. Prima tappa, Cantù, nell’ambito di un Festival che celebra l’arte creativa delle aziende del territorio ma anche, appunto, la necessità di una sempre maggiore sostenibilità.

Per questo i due curatori del progetto, Saverio Teruzzi e Alessio Vigni, hanno scelto di concentrare interamente la tappa canturina sull’opera di Pelli. Una scultura di grande impatto sociale: materiale di scarto, la lamiera recuperata, che ingloba rifiuti plastici al proprio interno.

Ieri mattina in piazza sono arrivati tanti studenti, ragazzi del liceo artistico Fausto Melotti e dell’Enaip, dove Pelli è stato venerdì, come al Cardinal Ferrari. A terra è stato tracciato il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, simbolo rappresentato graficamente da una linea continua che si interseca due volte e che al segno dell’infinito aggiunge un cerchio centrale, proposta per un futuro armonico ed equilibrato, dove natura e produzione dell’uomo, azione e innovazione, possano camminare insieme.

Su questo simbolo si sono disposti i partecipanti, circa 200 persone. Una performance a cura di Anna Pironti, Paola Zanini e Saverio Teruzzi con l’assistenza di Alessio Vigni e dell’artista, Pelli, che ha visto chiedere a tutti i partecipanti di portare con sé un oggetto di plastica.

Performance

Certo non è stato difficile trovarne anche per chi fosse arrivato a mani vuote. Quindi è stata svelata l’apertura sulla scultura, fino a quel momento chiusa, e lì tutti sono stati invitati a gettare un rifiuto. L’opera già racchiudeva la plastica non riciclabile raccolta sulle spiagge del Lido di Venezia e quella inserita dai partecipanti alla performance artistica sulla spiaggia veneziana del Blue Moon.

Una volta richiusa si fa simbolo della permanenza dell’inquinamento che minaccia il futuro. Anche il sindaco Alice Galbiati e il vice Giuseppe Molteni non si sono sottratti, compiendo questo gesto simbolico. «Spero – le parole di Pelli – che tutti voi portiate a casa un po’ di questo sentimento, l’impegno di tutti per continuare a vivere in armonia».

Il messaggio forte, che una trasformazione sociale responsabile e sostenibile sia realizzabile.

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