Il malore, poi l’incidente e la morte: Cantù piange Gianluca Bartesaghi

La tragedia Aveva 50 anni la vittima dello schianto in via Milano. Lasciala la moglie Lorena. Cordoglio in città. Il ricordo degli amici: «Sempre sorridente e di compagnia, destino ingiusto»

Tutti se lo ricordano sempre con il sorriso sulle labbra, felice e sereno. La vita di Gianluca Bartesaghi 50 anni, di Cantù, si è spezzata in un martedì pomeriggio, l’altroieri, quando, alle 17, in via Milano, un malore improvviso - sembrerebbe un infarto - l’ha sorpreso mentre era al volante della sua auto. Attoniti gli amici: non è giusto, dicono, non poteva finire così.

Bartesaghi è morto nelle ore successive, al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo di Monza, dove è stato trasportato in elisoccorso: gli operatori sanitari, visto l’arresto cardiaco, hanno provato a rianimarlo anche sul posto, ma non è bastato.

I rilievi

L’indomani, restano i rilievi dell’incidente ancora visibili sulla strada. Il muretto sul lato sinistro, dove la Citroen C1, vicino a un palo della luce, è andata a sbattere dopo aver invaso l’altra corsia, è in parte rovinato dal contatto, avvenuto a velocità non particolarmente elevata.

Gianluca, dopo aver urtato la ruota posteriore di una bici, ha provato a ritornare sulla corsia in direzione del centro di Cantù, dove però è salito sul marciapiede ed è finito contro un secondo muro, poco prima dell’hamburgheria Pane & Trita. Una morte causata non dall’impatto, ma dal malore.

Vasta esperienza come operaio specializzato - come si può definirlo dal suo profilo LinkedIn, dove risulta, nel suo ultimo impiego di cui vi è traccia, prima di cambiare azienda qualche mese fa, responsabile di reparto - era sposato con Lorena Napolitano, moderatrice della seguitissima pagina Facebook “Sei di Cantù se...”. «Tutto il gruppo si stringe intorno alla nostra cara moderatrice - il messaggio di lutto comparso in queste ore -. Il gruppo viene silenziato per qualche giorno in segno di rispetto e raccoglimento. Lorena, ci uniamo tutti e ti abbracciamo forte».

Bartesaghi, cresciuto in frazione, a Cascina Amata, viveva a Vighizzolo. La coppia, dicono gli amici, non aveva figli.

«Gianluca me lo ricorderò sempre sorridente - dice Marco Soliman, tatuatore, amico - Mai visto arrabbiato: era un’anima buona, un pezzo di pane, espansivo, allegro. Mi riconoscevo in lui, ci trovavamo d’accordo sulla serenità: inutile arrabbiarsi, dicevamo. E invece adesso io sono molto arrabbiato per la sua morte. Perché non c’è più una persona disponibile, che ti faceva star bene. Un gran lavoratore. Peccato per Lorena: lui e lei sono due anime gemelle. Una gran brava persona: la sua vita non doveva finire adesso. Lascia un bel ricordo e un grande vuoto».

Il lutto

«Una persona fantastica, molto umile e disponibile», riesce a dire Giovanna Avenoso, un’amica della coppia. Marzio Marelli: «Tifoso sfegatato dell’Inter, come me: qualche scambio su Facebook non mancava mai, per il calcio. Una persona sempre sorridente, di compagnia. Sempre pronto a salutare, a scambiare qualche parola».

Colpito dalla morte di Bartesaghi anche Massimo Bianchi, presidente del gruppo protezione civile di Senna. «Ci siamo conosciuti una quindicina di anni fa a dei corsi di ballo - dice - Una persona squisita, bravissima. Sempre con il sorriso sulle labbra. Io e mia moglie eravamo anche andati al loro matrimonio. E la Notte Bianca a Vighizzolo l’avevamo passata insieme».

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