Il racconto dell’edicolante aggredito dal rapinatore a Cantù: «Mi ha puntato addosso il coltello. Gli ho dato i soldi, poi l’ho inseguito»

Il fatto Minacciato in via Mazzini: «L’ho inseguito urlando, si è girato e mi sono tenuto a distanza. Poi l’hanno preso i carabinieri»

«Mi ha puntato 12 centimetri di coltello. Poi l’ho inseguito per strada». A raccontare la rapina subita l’altro giorno in via Mazzini è Christian Radice, il titolare dell’edicola e cartoleria che, con sangue freddo, ha gestito, dapprima, il rapinatore.

E poi si è lanciato in un inseguimento a piedi, di corsa, per diverse centinaia di metri, anche a rischio di essere investito. Una vicina, vista la scena dell’inseguimento, ha allertato subito il 112. Un ex compagno delle scuole elementari dello stesso Radice, di passaggio in auto, ha provato a tagliare la strada al rapinatore. Quindi, la cattura da parte del nucleo radiomobile dei Carabinieri di Cantù, arrivati all’istante. Tra i cittadini, c’è chi ha dato il suo contributo nel riconoscimento del fuggitivo.

Lunedì, la prima rapina, da 500 euro, a L’isola dei Tesori, negozio per animali di via Daverio, di fronte. Mercoledì: la cartoleria edicola. Dove il rapinatore - l’arrestato in flagranza di reato, con l’accusa di essere l’autore di entrambe, è Franco Nonnato, 43 anni, di Cantù - non è andato oltre i 25 euro.

«Ha chiesto un biglietto del bus»

«Erano circa le 15.40 di una giornata con poco movimento - racconta Radice - Entra questo signore, abbastanza corpulento, mi chiede un biglietto del bus. Mi sono girato per prendere il biglietto. Quindi mi sono rigirato e c’era lui, che, di scatto, ha tirato fuori un coltello, lungo, come è stato poi misurato, 12 centimetri, di quelli che si tengono in cucina».

Radice è rimasto freddo. «Mi sono venute in mente le parole di un mio amico, agente di polizia locale: se mai dovesse succederti una rapina, stai tranquillo, non reagire. Sono rimasto tranquillo. Lui mi ha detto: “Dammi i soldi”. E io gli ho detto: “Ho solo questo”, e gli ho indicato quella ventina di euro. Lui mi ha detto: “Non può essere”». Radice è passato all’altro bancone all’angolo.

L’ex compagno di scuola in aiuto

«Dapprima ho pensato di aprire una porta sul retro e chiudere a chiave dietro di me, per chiamare dal cellulare il 112. Ma invece questo mi ha seguito con il coltello spianato - dice - Allora ho deciso di prendere comunque il portafoglio. Gliel’ho mostrato: non c’era praticamente nulla. Ha preso e se ne è andato. Ho aspettato un attimo e sono uscito anche io. L’ho inseguito di corsa. Ho gridato: “Al ladro, al ladro!”. Una signora, richiamata dalle urla, ha chiamato il 112. Un’auto, in via Grandi, ha piantato una frenata per non investirmi, mentre lui provava a fuggire dall’altra parte della strada». «Un mio ex compagno delle elementari, di passaggio, ha provato a tagliargli la strada. Lui però è riuscito a infilarsi in un buco nella recinzione, all’altezza delle case Aler di via Grandi. A un certo punto, gli sono arrivato vicino. Ma lui si è girato con il coltello. Ho pensato: “Eh, no, farmi accoltellare anche no”. Ho mantenuto qualche passo di distanza. Poi ho lasciato perdere. Ma in pochissimo tempo è arrivata una pattuglia dei Carabinieri. Preso subito: aveva provato a nascondersi dietro una siepe»

«In realtà, quella che è partita come una possibile tragedia è diventata una specie di farsa - conclude l’edicolante - Venticinque euro di rapina...».

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