Il tifoso azzurro che ha salvato Davide: «Macché eroe. La fortuna? Il Sinigaglia, dove l’ambulanza arriva fino agli spalti»

Il racconto Massimiliano Delcaro il primo a soccorrere il ragazzo colpito da infarto sabato: «In un altro stadio non so come sarebbe finita: qui le ambulanze possono entrare in curva»

Adesso che tutto pare essere finito bene, si può riavvolgere il nastro e rivivere dall’interno della curva del Como gli attimi che hanno reso purtroppo indimenticabile la partita Como-Frosinone. Nel momento in cui, a distanza di pochi minuti, prima un tifoso è caduto a terra ferendosi al volto, e poi Davide Novati, 23 anni di Cantù, è stramazzato al suolo, vittima di un attacco cardiaco.

Tra i protagonisti della giornata, sicuramente c’è stato Massimiliano Delcaro, 32 anni, di Rebbio, il tifoso della curva che ha prestato i primi soccorsi al ragazzo. Lui, ex portiere, attuale preparatore dei portieri dell’Ardisci Maslianico, un breve passato anche nello staff del Como cinque anni fa, ma soprattutto (visto l’episodio di cui parliamo) soccorritore, segue sempre la partita in curva, nel gruppo “Scum”. «Ero qualche fila più su rispetto a dove è successo il doppio guaio. Ho visto che prestavano i soccorsi al primo ferito, ma poi mi sono accorto che una persona chiamava aiuto, qualcuno trascinava letteralmente uno dei soccorritori verso una zona pochi seggiolini più in là. Dalla concitazione ho capito subito la gravità della situazione e allora mi sono precipitato in quella zona per prestare i primi soccorsi. Sono un volontario della Croce Rossa, dunque conosco le tecniche di soccorso. Il ragazzo, più che cadere, si è proprio afflosciato su se stesso, tanto è vero che si era quasi infilato tra due seggiolini. Era esanime. Lo abbiamo portato sino alla striscia di asfalto, dove siamo intervenuti. Ho praticato il massaggio cardiaco al ragazzo, nel frattempo è arrivato il defibrillatore e alla seconda scossa il battito è ripreso. Lui ha avuto come un sussulto, è rimasto incosciente ma la vita era ripresa. Le piastre del defibrillatore sono state applicate dopo aver tagliato i vestiti con le forbici. Una volta stabilizzato, è stato portato sull’ambulanza e da lì all’ospedale».

Si sente un eroe? «Assolutamente no, ho fatto quello che so fare per la mia attività di soccorritore. I soccorsi sono stati tempestivi, dopo pochi minuti i sanitari erano già lì che lo soccorrevano. È andata bene per tre motivi: 1. che il ragazzo era spettatore di un evento dove c’era personale sanitario a pochi metri; 2. che si giocava al Sinigaglia, ed è uno dei pochi stadi in cui l’ambulanza può addirittura entrare sugli spalti: a San Siro come sarebbe andata a finire? 3. che il ragazzo era pochi gradini sopra il piano di asfalto ed è stato breve il lasso di tempo per coricarlo e fare le operazioni: già fosse stato più in alto il trasporto sarebbe stato più difficoltoso».

La curva ha smesso di fare il tifo, facendo interrompere la partita: «Un gesto che è servito immediatamente a attirare l’attenzione su quello che stava succedendo. Infatti poi si è precipitato sul luogo anche il medico del Como a dare una mano, anche se le operazioni erano ormai avviate».

Dalle testimonianze della curva, sono stati momenti terribili: ci sono persone che sono scoppiate in lacrime, qualcuno preso dal panico. Davide, per fortuna, trasferito ora in unità coronarica, sta meglio. Anche grazie a Massimiliano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA