Infermieri introvabili. Al concorso solo in 68, 5 anni fa erano 3.500

Sanità Il concorso di Asst Lariana conferma l’emergenza e la vicinanza con la Svizzera aggrava la situazione. Coppia (Uil): «Allarme negli ospedali ma anche nelle Rsa»

Al concorso per infermieri cinque anni fa si erano presentati in 3.500, adesso i candidati sono 299, agli scritti si sono presentati in 68 e 48 sono stati promossi all’orale. Non si trovano professionisti sanitari, vanno in crisi i reparti, i nuovi servizi e le strutture residenziali.

La selezione

La prossima settimana si svolgeranno gli esami orali per il concorso bandito dall’Asst Lariana, si tratta di due posti a tempo indeterminato con una graduatoria da aprire che può aiutare i nostri ospedali a coprire il fabbisogno interno.

Nel 2017 ben 3.500 domande, contro alle 299 di quest’anno

Sono pervenute 299 domande, hanno partecipato agli scritti in 68 e sono stati promossi in 48 alla seconda fase. E’ un numero molto distante rispetto ai concorsi organizzati dall’Asst in epoca pre Covid. Per una stessa gara all’inizio del 2017 erano piovute circa 3.500 domande. Alla stazione di Breccia per le prove erano davvero arrivati centinaia di candidati da tutta Italia. Nell’autunno del 2019 i partecipanti ad un successivo simile bando erano stati oltre 2mila. Oggi la situazione è ben diversa.

Trovare nuovi infermieri è cruciale, l’Asst Lariana da settembre, smaltite le ferie del personale, deve riaprire alcuni reparti. Per esempio la Pediatria di Cantù, con la Pediatria del Valduce che in città ha chiuso i battenti da agosto. Ma gli infermieri servono anche in prospettiva, per far funzionare le nuove case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative. Il quadro è ancor più critico nelle Rsa.

Molti vincitori chiedono subito il trasferimento vicino a casa

«I candidati purtroppo sono pochissimi – commenta Massimo Coppia, segretario della sanità pubblica della Uil del Lario – e chi dovesse passare non è detto decida di rimanere a Como, molti vincitori chiedono subito il trasferimento vicino a casa. I fattori da tenere in considerazioni sono molti.

E’ agosto, il periodo non aiuta. La programmazione dei corsi di formazione è mancata a lungo a livello centrale. Il lavoro è gravoso. La vicina Svizzera sta assumendo in maniera importante e anche nel resto d’Italia le aziende sanitarie chiamano infermieri. Cosa che non accadeva in passato soprattutto al sud». Le stime elaborate in primavera sulla base dei dati regionali contavano circa 500 infermieri mancanti nella nostra provincia rispetto al numero di residenti. Prima del Covid, nel 2019, all’appello secondo l’Ordine degli infermieri di Como nel nostro territorio mancavano circa 300 professionisti sanitari. Durante la pandemia il governo ha assegnato alla nostra provincia 93 infermieri da assumere, non tutti i posti però sono ancora stati coperti.

Maggiori competenze agli Oss

«Oltre ai progetti della riforma sanitaria regionale, case e ospedali di comunità, occorre far fronte al turn over, ai pensionamenti – dice ancora Coppia – la carenza di infermieri e più in generale di sanitari è da tempo critica e preoccupante». I sindacati suggeriscono di inserire maggiori incentivi e di avviare un piano assunzioni massiccio. Ma molte strutture, su tutte le Rsa, non riescono a trovare nuovi sanitari nonostante offrano anche vitto e alloggio.

La giunta regionale lo scorso mese su proposta dall’assessorato al Welfare retto dalla vice presidente Letizia Moratti ha approvato dei nuovi corsi di formazione per gli Oss, gli operatori socio sanitari. In sostanza si vuole dare loro maggiori competenze con alcuni compiti aggiuntivi per sopperire nelle residenze per anziani e disabili alla carenza degli infermieri.

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