Intervista a Liliana Segre: i suoi nonni furono arrestati a Inverigo e uccisi ad Auschwitz. «Molti in paese ci hanno voluto bene»

Memoria Domani la posa della targa per non dimenticare Giuseppe Segre e Olga Löwy arrestati il 18 maggio 1944: «Grata per l’iniziativa, mi spiace non essere presente»

La voce si incrina per la commozione solo quando le si chiede che cosa rappresenta oggi il Giorno della Memoria, ricorrenza che il 27 gennaio di ogni anno commemora le vittime dell’Olocausto.

È un istante che sembra eterno alla luce dell’enormità che ha vissuto da ragazzina e della testimonianza che ancora oggi, alla bellezza di 92 anni animati da grandissima energia, porta quotidianamente ovunque: nelle scuole, tra le istituzioni, alle cerimonie pubbliche.

Peccato non vederla domani a Inverigo, dove l’amministrazione poserà una targa intitolata a Giuseppe Segre e Olga Löwy arrestati in paese il 18 maggio 1944 e uccisi ad Auschwitz il 30 giugno.

Erano i nonni della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta a sua volta all’inferno del campo di concentramento dove è stata deportata il 30 gennaio 1944 all’età di 13 anni.

È stata una dei 25 bambini italiani scampati ad Auschwitz. Ce n’erano 776 con meno di 14 anni in quel campo di concentramento.

Con lei il giorno della deportazione c’era il papà Alberto dal quale è stata subito separata all’arrivo in Polonia: non lo rivedrà mai più. Anche la giovanissima Liliana Segre ha trascorso un periodo da sfollata a Inverigo e quella casa di Bigoncio, dove abitavano i nonni, è impossibile dimenticarla.

Sorprende il pensiero rivolto ad «alcuni amici di Villa Romanò» che evidentemente devono esserle stati molto vicini.

Senatrice Liliana Segre, domani i suoi nonni saranno ricordati a Inverigo con la posa di una targa. La loro deportazione rappresenta una delle pagine più tragiche degli effetti delle leggi razziali e dell’Olocausto nel territorio lariano.

Ho un ricordo ben preciso di quella casa vicina al casello ferroviario. Ero una ragazzina. Il pensiero dei miei amati nonni mi sta accompagnando da tutta la vita. Mai avrei pensato che qualcuno potesse portarli via vecchi e malati. Erano i miei nonni amatissimi.

L’iniziativa è organIzzata in occasione della Giornata della Memoria.

Sarei venuta volentieri, ma alla mia età devo organizzare bene gli impegni. Inverigo è sempre nel mio cuore e mi spiace non partecipare al ricordo dei miei amatissimi nonni. Nessuno oggi può ricordarsi di loro. Chi c’era allora non c’è più. Questi sono giorni in cui sono concentrati molti incontri, impossibile essere presente a tutti. Diverso sarebbe se fossero distribuiti anche in altri periodi dell’anno. Ripeto, sono dispiaciuta di questa assenza perc

Nel 2006 l’incontro affollatissimo a Inverigo, a testimonianza di un forte legame con il paese.

Lo ricordo perfettamente, come ricordo perfettamente quel periodo trascorso in paese.

Che ricordo conserva?

È un ricordo molto chiaro anche se al tempo ero una ragazzina. Conservo soprattutto la memoria di un paese che, ad eccezione di alcune persone, ha voluto bene alla mia famiglia. Gli abitanti di Inverigo ci sono stati vicini. Il casellante, il medico, alcuni amici di Villa Romanò. In tanti non ci hanno escluso volendoci sinceramente bene. Per questo Inverigo è sempre nel mio cuore».

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