La maxi inchiesta che scuote Cantù è lunga diecimila pagine: un castello di accuse dal bonifico milionario estero

Cantù Ancora in sospeso la decisione dei Gip sui domiciliari: Arnaboldi per ora resta in carcere. La pietra fondante dell’indagine è il versamento da un milione di Forma Urbis alla Bch di Lugano

La maxi inchiesta che scuote Cantù è lunga diecimila pagine: un castello di accuse dal bonifico milionario estero
Il filo rosso dell’inchiesta è a cavallo del confine tra l’Italia e il Canton Ticino

Migliaia di pagine – oltre diecimila – centinaia di schede, decine di faldoni. In tutto questo è racchiusa la maxi inchiesta della guardia di finanza che, coordinata dal pm Antonia Pavan, ha scosso la città di Cantù e parte della sua recente quota politica, con l’arresto di due ex assessori, Claudio Ferrari e Giorgio Quintavalle.

I due, a quattro giorni dall’arresto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Massimo Mercaldo, ancora non parlano. A questo punto, assistiti dagli avvocati Paolo Santarelli e Davide Giudici (Ferrari) e dai legali Marco Franzini e Arnaldo Giudici (Quintavalle), lo faranno verosimilmente solo in un secondo momento, direttamente con la procura che sta indagando su di loro, chiedendo di essere sentiti dal pm.

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