La violenza gratuita della baby gang: non potranno più frequentare il centro di Cantù

Cantù Notificati i provvedimenti ai dieci giovanissimi tra i 16 e i 20 anni, sei di quali minorenni: per un anno non potranno frequentare i locali della movida, all’interno dei bar e neppure in zona

Adesso il centro di Cantù è a tutti gli effetti vietato ai ragazzi del gruppo: la baby gang che, in questi ultimi anni, è stata al centro della cronaca per lo scompiglio portato in città, tra violenza gratuita. E nei casi limiti, con altri ragazzi già puniti con l’arresto, persino rapine a danno di coetanei. Sono stati tutti notificati i Daspo urbani annunciati in queste settimane.

Tra le mamme e i papà, nessuna reazione scomposta: se lo aspettavano, anche perché le famiglie erano già state coinvolte dalle indagini dei Carabinieri di Cantù. Qualcuno, tra i genitori, ha chiesto se i ragazzi potessero almeno attraversare la città per andare a scuola. Nessun problema, la risposta sentita. I dieci ragazzi di Cantù, tutti tra i 16 e i 20 anni, sei di questi minorenni, per un anno, non potranno frequentare i locali della movida in centro. Né all’interno dei bar, né in zona.

Gli episodi

Un conto è spostarsi all’entrata e all’uscita delle lezioni, zaino in spalla, per recarsi in aula e avere la possibilità di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno. Un conto è passare il proprio tempo libero a delinquere, o, al minimo, a infastidire gli altri, tra piazza Garibaldi e dintorni. Con lo strumento Daspo urbano del questore, sulla base del lavoro dei Carabinieri di Cantù e della squadra mobile della Questura di Como - la polizia di Stato - è stato assestato un ulteriore duro colpo al gruppo di ragazzi e ragazzini che hanno trasformato Cantù in teatro di risse, rapine, minacce, lesioni e botte. Anche con coltelli, spranghe, mazze da baseball.

Da parte delle famiglie, niente sceneggiate particolari. Né - forse non molto sensate, verrebbe da dire – proteste verbali alla notizia del provvedimento. L’infornata dei Daspo, a dire il vero, era stata raccolta persino con scetticismo anche da qualche parente dei ragazzi. Che poi si sarà ricreduto nell’apprendere che, in effetti, le notifiche sono arrivate, il Daspo è da scontare. L’unica perplessità delle famiglie, vista la decisione presa proprio all’inizio dell’anno scolastico: quella relativa al frequentare una scuola. Ma a differenza di piazza e dintorni, non è certo vietata. Anzi.

Dodici mesi

Rischia di essere un lungo anno, per i dieci ragazzi. Niente movida, di fatto, per tutti i mesi di scuola. Di sera ma anche di giorno. E dodici mesi significa dover guadare tutte le stagioni. Compresa la prossima estate. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, del resto, è stata l’ultima rissa verificatasi in piazza, lo scorso 24 agosto, nel mercoledì sera rimasto appuntamento fisso per tanti giovani, nonostante non esista più il mercoledrink, il due per uno sui drink.

Sui cellulari di alcuni ragazzi, il messaggio girato tra i giovanissimi aveva riferito di un momento molto agitato: sei contro uno. Con un ragazzo ferito, con un braccio rotto. La polizia locale di Cantù si era occupata degli approfondimenti per quanto accaduto a un quarto a mezzanotte. E l’ambulanza della Croce Rossa di Cantù era arrivata per due ragazzi di 19 anni coinvolti nell’aggressione. Quindi, il trasporto in ospedale, per l’arrivo in codice verde. Dopo aver lasciato la piazza dal muro al confine con via Annoni. Ritrovo della baby gang. Difficilmente per quest’anno di Daspo.

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