Lavori alla casa tolta alla mafia. Sarà la sede dei Servizi sociali

Beni sottratti dai clan L’inaugurazione dei locali in via Cantù è prevista per settembre. Si tratta di un magazzino che nel 2002 era stato confiscato alla ’ndrangheta

Una volta era un magazzino, confiscato alla ’ndrangheta, diventato poi una specie di ritrovo per i volatili, piccioni soprattutto, nell’attesa, durata anni, di reperire i fondi per la ristrutturazione. Ora, l’anteprima fotografica svela quanto sia già irriconoscibile rispetto al passato quello stesso spazio che, fra poco, con un’inaugurazione possibile da settembre, sarà il polo sociale del territorio: gli uffici dell’Azienda speciale consortile Galliano, i servizi sociali di riferimento per Cantù e per tutti i Comuni del circondario: Capiago Intimiano, Casnate con Bernate, Carimate, Cermenate, Cucciago, Figino, Novedrate e Senna.

«In dirittura d’arrivo»

In via Cesare Cantù, è quasi tutto pronto. «Siamo in dirittura d’arrivo - conferma l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Cattaneo - Stiamo valutando di realizzare in variazione, con un aumento di risorse da mettere a disposizione, la parte esterna, con la richiesta di altri finanziamenti». Di fatto, semplicemente l’ingresso che, dal piano terra, conduce, attraverso una scala, al primo piano. «Intanto l’esito dei lavori all’interno è davvero molto interessante - nota l’assessore - l’inaugurazione potrà essere fra pochi mesi, anche quando questi lavori sulla parte esterna saranno a completamento, verosimilmente a settembre».

I lavori portati avanti dalla Victum di Roma, sono stati possibili grazie a un investimento da 800mila euro, voluto dal Comune, con 150mila euro di finanziamento di Regione Lombardia. Si tratta di una ristrutturazione attesa da vent’anni, 440 metri quadri del patrimonio immobiliare da tempo in quota al Comune di Cantù, che si era visto assegnare il magazzino dallo Stato nel 2002.

Sarà possibile ricavare, all’interno, due livelli. In tutto: 15 uffici. Per una trentina di operatori al servizio dei municipi di Cantù. Campate in legno. Divisori. Con un ribassamento, è stato possibile gestire al meglio gli spazi. Il progetto ha previsto un front office, lo sportello lavoro, l’ufficio amministrativo.

Quindi, la sala riunioni, gli uffici tutela e affidi. Ma anche i colloqui e gli incontri protetti. Sopra, al livello superiore, gli inserimenti lavorativi e ancora altri uffici, su un pavimento in legno lamellare. Con il contributo di un pilastro per rinforzare la struttura.

Altri appartamenti

Oltre al capannone di via Cesare Cantù, confiscato ai Valenzisi dopo l’inchiesta “Fiori di San Vito”, in città, il Comune, con 40mila euro di lavori, aveva già reso disponibile a una famiglia dei servizi sociali un appartamento di via Romagna, a Mirabello, tolto ai Modaffari di Gioia Tauro: 89 metri quadri con box. Già utilizzato da anni, invece, un altro immobile al civico 24 di via Uberto da Canturio: 75 metri quadri levati ai Maviglia, di Africo, andato all’associazione Gruppo Appartamento. Resta un quarto immobile, che però richiede un intervento di ristrutturazione: un monolocale di 21 metri quadri al civico 51 via Mazzini.

Intanto, il territorio è già passato alla conversione sociale di diversi immobili.

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