L’impresa: affrontato il Mottarone pedalando sulla Graziella

L’evento Il team Raglia si è iscritto alla gara goliardica con otto ciclisti di Olgiate, Cantù, Valmorea e Beregazzo. «Fatica bestiale in salita, ma la discesa è stata peggio». Guarda il video

In Graziella fino al Mottarone. Ancora una volta il Raglia team di Olgiate Comasco si è distinto in un’impresa sportiva non comune: la prima edizione del Red Bull Mottarone.

Una gara “pazza”, per ciclisti a dir poco estrosi: per partecipare era necessario disporre di una bicicletta pieghevole, preferibilmente Graziella, e una buona dose di follia. Fra i 278 iscritti anche otto soci del Raglia team: la presidente Cristina Cortinovis e il fratello Fausto, Valerio Bianchi, Johnny e Angelo Zanutto, Emanuel Molteni, Marco Violante e l’Ironman Fabrizio Meani.

In sella a Grazielle vecchiette hanno pedalato per 22 chilometri, da Omegna fino alla cima del Mottarone, con un dislivello di 1.320 metri e una pendenza media del 5,2% (con punte del 21%).

L'impresa con le Grazielle.

Manifestazione unica del suo genere che ha coniugato ironia e intrattenimento, oltre all’immancabile spirito agonistico nei più competitivi. Non è con questo intento che gli estrosi ciclisti olgiatesi hanno affrontato l’originale sfida. «Abbiamo partecipato con lo spirito di fare sport in maniera diversa, goliardica – spiega Meani – La prima impresa è stata recuperare otto Grazielle e in questo è stato determinante Fausto Cortinovis. Il massimo consentito erano bici con ruote 20 pollici, Cristina Cortinovis è riuscita addirittura a trovarne una di 16 di diametro. Salire in cima al Mottarone in sella a bici del genere è stato molto faticoso. Il meccanico del gruppo, Fausto Cortinovis, in discesa e in salita è stato costretto più volte a intervenire per aggiustare le Grazielle “scrause”».

Una salita tostissima e una discesa per cuori forti e con tanta sana incoscienza. «Una fatica bestiale la salita, ma ancora più problematica la discesa perché i freni spesso non funzionavano o erano insufficienti – racconta Meani – Per frenare o si metteva il piede sulla ruota per rallentarla, o direttamente sul suolo con la conseguenza di consumare la gomma delle scarpe».

«Ci siamo divertiti»

Per rendere ancora più goliardica l’originale gara, era stata data la possibilità di elaborare la propria bici a piacimento e vestirsi nei modi più stravaganti. Il Raglia team non ha sfigurato neanche sotto questo aspetto. Alcuni hanno sfoggiato Grazielle con scritte spiritose e un paio anche mise eccentriche. Sei si sono presentati con la divisa, mentre i fratelli Zanutto si sono distinti per originalità: Angelo vestito da tirolese e Johnny da donna con un’appariscente parrucca rossa. Manco a dirlo è stato tra i più fotografati.

«Siamo arrivati in vetta in poco meno di tre ore, il primo classificato in un’ora e un quarto – conclude Meani – Era un evento ludico e così l’abbiamo vissuto. Ci siamo divertiti dalla partenza in auto da Olgiate, al rientro».

Oltre alla salita, c’era anche la possibilità di cimentarsi nella gara di impennate e di “Lake jump”, ma gli otto hanno preferito non sfidare oltremodo la sorte.
Manuela Clerici

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