Luca Volpe pieno di lividi dopo il pestaggio in carcere. Ma sulle cause della morte è un mistero

La tragedia Il giovane canturino è stato trovato morto in cella a Sanremo dopo la lite con altri due detenuti. Decesso per infarto o asfissia. Effettuata l’autopsia: serviranno tre mesi per chiarire le concause

Di certo, Luca Volpe, 31 anni, di Cantù, trovato morto nella sua cella all’interno del carcere sanremese di Valle Armea, dove era recluso - per aver ucciso a coltellate, cinque anni fa, a Vighizzolo, il nonno 78enne Giovanni Volpe - è stato picchiato. E anche con una certa violenza, a giudicare dai tanti lividi trovati su tutto il corpo, in particolare sulla parte frontale del tronco.

«Omicidio preterintenzionale»

Traumi che, molto probabilmente, ha accusato nella rissa con gli altri due detenuti, Simone Iussi, 21 anni, di Imperia, e Danyel Saba, 22 anni, di Savona, entrambi indagati per omicidio preterintenzionale. Secondo l’ipotesi di reato della procura di Imperia: una morte sopraggiunta al di là della loro volontà, ma comunque in possibile conseguenza dell’azione dolosa che ha caratterizzato le lesioni. Nesso di causalità che resta però da dimostrare. Per ora, quindi, il mistero: non è detto, infatti, che le botte siano effettivamente correlate alla morte di Volpe. Dopo l’autopsia, bisognerà attendere l’esito di altri accertamenti. Per poter circoscrivere le cause effettive del decesso.

Sono i media liguri - in particolare, questa volta, il sito di informazione Riviera24.it - a dare un aggiornamento sulla morte di Volpe, avvenuta una settimana fa, domenica mattina. Sul corpo di Volpe - condannato dal Tribunale di Como a 30 anni, pena ridotta in Appello, come riferito dal suo ex difensore, l’avvocato Andrea Bertucci, a 16 anni, in virtù del riconoscimento delle attenuanti generiche - la dottoressa Camilla Tettamanti, medico legale dell’Università di Genova, ha effettuato l’altro giorno l’autopsia.

Sono previsti tuttavia anche altri esami. Necessari per poter chiarire le esatte cause del decesso. Tra questi, anche l’esame tossicologico. Per poter capire se Volpe - un detenuto difficile: trasferito da un carcere all’altro del Nord Ovest d’Italia, da Pavia, a Monza, a Torino, infine a Sanremo - in cura con il metadone, avesse assunto o meno delle sostanze. E quanto queste possano essere state, nel caso, a lui fatali o no. Ci sarà anche un esame istologico sui tessuti, prelevati da diversi organi per comprendere se possano esserci state anche ragioni patologiche, all’origine di un infarto o di asfissia.

I media liguri ricordano che le condizioni fisiche di Volpe, che faceva uso di droghe - non è chiaro se avesse continuato o meno anche in carcere - erano piuttosto critiche. Al di là del metadone prescritto dal medico, nella sua cella sarebbero state trovate anche delle pastiglie. Anche queste dovranno essere analizzate: elementi di una terapia oppure no?

In ospedale per il metadone

Aspetto di non poco conto: sembra che il pestaggio non sia avvenuto la sera prima, come si è detto sulla stampa locale in un primo momento. Bensì diversi giorni prima. Dopo il pestaggio, infatti, c’è stato tutto il tempo per portare Volpe in ospedale e sottoporlo sia ai raggi che alla Tac: saranno analizzati anche questi esami. Inoltre, pochi giorni dopo, Volpe era tornato nuovamente in ospedale, per poter assumere il metadone.

Nel mentre, per evitare problemi all’interno del carcere, Iussi e Saba sono stati trasferiti presso altri penitenziari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA