Morto a 58 anni l’artigiano Arpini: «Costantino era uno spirito libero»

Personaggio Stroncato da un infarto, è stato trovato da una sorella nel suo appartamento. Il figlio Alessandro: «Ha vissuto la vita che ha voluto, senza badare al giudizio degli altri»

«Non ci credo che te ne sei andato, no no è un tuo scherzo come al solito. Un abbraccio caro amico». «Un Amico da sempre, unico e speciale. Ciao mitico Arph, ti ricorderò sempre».

«Buon Viaggio», come scrivono gli amici sui social, con la maiuscola, perché è il grande viaggio d’addio di Arph, Costantino Arpini, morto all’improvviso, a 58 anni. Fra due giorni - domani - ne avrebbe compiuti 59. Lui si sarebbe definito: artigiano, più che imprenditore, impegnato nell’azienda di famiglia, la Arpini Arredamenti Nautici di via Milano.

Soprattutto: un uomo libero, nel pensiero e nell’azione, nel porsi in modo anche estroverso e originale nei confronti del mondo, senza preoccuparsi minimamente di quel che ne pensava la cosiddetta gente.

«Era sul divano»

Come riferiscono in famiglia, è stato un malore avvenuto nella sua casa di via Matteotti a prendersi per sempre Arph. Il suo telefono non rispondeva. Si sono preoccupati. Chi è entrato nel suo appartamento, l’ha trovato sul divano. «In posizione rilassata, non sembrava sofferente, ma sereno: un arresto cardiocircolatorio successo nelle ore precedenti. Siamo tutti sconvolti. È successo in modo del tutto inaspettato, talmente improvviso. Aveva tanti amici, Costantino. Era appassionato di musica e di tutte le arti. Era una mente innovativa», dice Savina, una delle tre sorelle - le altre due sono Anna e Antonella.

Arph lascia due figli, Alessandro e Tommaso. «Era un uomo intelligentissimo, un genio sotto tanti punti di vista, non si è mai fermato, ha sempre vissuto la vita che ha voluto e come ha voluto - dice suo figlio Alessandro - Una persona libera di pensare e di fare, che non stava a badare ai giudizi degli altri».

Lo incontravi in centro

Di sera, Arph lo si poteva incontrare in centro. Ogni tanto, lo si vedeva apparire, via Facebook, durante una delle sue dirette video in notturna, in cui si metteva a fare il deejay di se stesso, microfono in mano per cantare a modo suo, sopra le basi, qualcosa di confidenziale, a prendere in prestito il linguaggio dei jazzisti.

«Siamo affranti, assolutamente inaspettato - dice Paolo Sala, amico da sempre - La nostra è stata una grandissima amicizia, nata fin da quando eravamo bambini. Era un bastian contrario buono, contro l’ideologia della massa. Un pensatore libero e fiero di esserlo. Era amico di tutti, piacevolissimo. Simpatico, genuino, sincero, leale. Unico. Mi manca, e mancherà a tutti».

Il funerale sarà questa mattina - giovedì - alle 11 - mezz’ora prima il rosario - al Santuario della Madonna dei Miracoli. Tra le immagini che lo rappresentano, ce ne sono due scelte dalla famiglia. Una per l’annuncio funebre, lui, cappellino di lana e giacca in pelle, pubblicata sulla sua pagina Facebook appena due settimane fa. L’altra, al Salone Nautico, in cui è seduto al tavolino di un bar, dietro di lui le barche in foto, appese al muro color blu acqua, lui in posa naturale, il braccio appoggiato allo schienale, la sigaretta appesa al labbro, che a vederla adesso sembra una specie di paradiso.

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