Prezzi sempre più cari per le gite scolastiche: «Abbiamo rinunciato a una gita, le famiglie non riuscivano a pagarla»

Cantù Vanno quasi tutti, ma le famiglie fanno più fatica. Colombo (Fermi): «Alcune mete sono ormai inaccessibili. In futuro punteremo su località italiane meno di punta»

Se prima era il Covid a impedire ai ragazzi di vivere una delle esperienze più piacevoli delle scuole superiori, le gite di fine anno, oggi a rendere la vita difficile è l’aumento dei prezzi dei trasporti e degli hotel, oltre a un dialogo difficoltoso con le agenzie viaggi, che in alcuni casi pongono molti paletti, scottate dalle perdite in tempo di pandemia e con un margine di guadagno piuttosto esile.

Mesi di lavoro

Risultato, riuscire a organizzare i viaggi per gli studenti, mai come quest’anno ha richiesto una gran fatica e mesi di lavoro, con i docenti stessi che si sono ingegnati per prenotare musei e visite guidate. In massima parte le classi del triennio sono tutte andate in gita o stanno per farlo, ma le difficoltà per le famiglie crescono, e cresce il numero di quelle che hanno chiesto alle scuole un aiuto per sostenere la spesa, anche se, in questo angolo di Brianza, la situazione è ancora migliore rispetto a molte altre realtà del Paese.

«Le difficoltà esistono eccome – conferma Erminia Colombo, dirigente del liceo Fermi – tanto che abbiamo dovuto rinunciare a una gita a Berlino perché le famiglie hanno ritenuto il costo eccessivo e non si sarebbe avuto quindi il numero minimo di adesioni necessario».

Qui, come in altre scuole, occorre da regolamento che almeno il 75% della classe aderisca per organizzare il viaggio. Alla fine, in questo caso, si è ripiegato su Bologna. E la prospettiva, per l’anno prossimo, è scegliere mete italiane meno scontate, dato che Venezia e Firenze paiono ormai inaccessibili.

«Le agenzie – prosegue – sono diventate molto, molto rigide. Dettano condizioni sul pagamento, che deve essere anticipato, pongono veti e difficoltà su alcune destinazioni, come ci è accaduto per Parigi. E, anche in Italia, non offrono altri servizi oltre ad albergo e bus. Per Napoli e Bologna i nostri docenti si sono organizzati da sé per le visite guidate». E anche qui, aumentano le richieste d’aiuto da parte delle famiglie, un tempo quasi inesistenti.

“Tesoretto” dai contributi

Al vicino Sant’Elia, due anni fa, si è previsto un vero e proprio fondo, nell’ambito della gestione del contribuito volontario, e il dirigente Lucio Benincasa ammette che a contenere il numero di famiglie che se ne è avvalso, probabilmente, è stato il fatto che si tratti di un’opportunità ancora poco conosciuta.

«Oggettivamente – spiega – i costi sono aumentati, soprattutto per il trasporto. Ma, forse perché è davvero forte il desiderio di tornare alla normalità, queste criticità hanno avuto un impatto negativo minore di quanto temessimo. La maggior parte delle classi andrà in gita».

Lo stesso vale al liceo artistico Fausto Melotti: Basilea, Berlino, Firenze, Roma, Urbino, in Sardegna ad ammirare sculture. Ma anche tante uscite da un giorno solo. «Per la caratteristica stessa nella nostra scuola – sottolinea la dirigente Anna Proserpio– i nostri studenti hanno necessità di andare a visionare luoghi e monumenti. Sono molto riconoscente alle persone che organizzano i viaggi e che prenotano anche personalmente i musei, le difficoltà non sono mancate. Benché possa capire che le agenzie viaggi hanno vissuto un momento davvero complicato con la pandemia, il riscontro che abbiamo avuto dai ragazzi e dalle famiglie ci conferma che ne valeva la pena».

© RIPRODUZIONE RISERVATA