Stradino morto nell’incidente stradale. Il giudice manda a processo il sindaco

Carimate Il primo cittadino e il responsabile dell’area tecnica accusati di omicidio colposo. Il motociclista che lo aveva investito ha patteggiato 9 mesi, sostituiti in lavori di pubblica utilità

E’ stato rinviato a giudizio per omicidio colposo, con la prima udienza dibattimentale che si terrà a dicembre, il sindaco di Carimate Roberto Allevi, 73 anni, e con lui anche il tecnico comunale (responsabile dell’area Tecnico Manutentiva nel periodo finito al centro dell’attenzione) Domenico De Nicola, 50 anni.

E’ questa la decisione che è stata presa ieri mattina dal giudice dell’udienza preliminare Massimo Mercaldo nell’ambito del processo nato dalla morte di un dipendente comunale, Giacomo Carpignano, 54 anni, che era stato travolto da una moto mentre – come stradino – stava cercando di recuperare un maialino che nella giornata del 20 luglio 2020 era scappato da una proprietà privata.

L’investitore patteggia la pena

Il motociclista, Mirko Terraneo, 42 anni di Cantù, se l’era trovato davanti mentre, in sella ad una Kawasaki, stava percorrendo una curva verso destra in via Papa Giovanni XXIII a Carimate. La vittima, assieme ad un collega, aveva visto proprio in quel punto il maialino e stava intervenendo per posizionare dei cartelli quando era stato travolto dalla motocicletta.

Il cinquantaquattrenne non era deceduto sul colpo, ma molti mesi dopo, il 3 aprile del 2021, dopo settimane e settimane di vita sospesa, in coma a causa delle ferite riportate. Anche il motociclista, al pari del sindaco e del tecnico comunale, è finito ieri davanti al giudice ma, dopo aver risarcito i parenti della vittima (al momento solo lui), ha scelto di patteggiare la pena che è stata quantificata in 9 mesi sostituiti con lavori di pubblica utilità.

La moglie e il figlio parte civile

Il giudice dell’udienza preliminare ha anche accolto la costituzione di parte civile della moglie e del figlio minore della vittima, rappresentati dall’avvocato Francesca Binaghi, e dei due figli maggiori la cui posizione è stata tutelata dal legale Valentina Sgroi. Poi, come detto, dopo la ratifica dell’accordo sulla pena per il motociclista, si è passati alla decisione per sindaco e tecnico del comune di Carimate che, accogliendo quelle che erano state le richieste della pubblica accusa, sono stati rinviati a giudizio per difendersi in un pubblico dibattimento che si terrà di fronte al giudice Maria Elisabetta De Benedetto. Secondo quella che è l’ipotesi di reato, non sarebbero stati valutati tutti i rischi per la salute e la sicurezza cui erano stati esposti i due dipendenti comunali (tra cui la vittima) nello svolgimento dell’attività lavorativa, con particolare riferimento ovviamente «all’effettuazione delle operazioni di emergenza quali il recupero di animali vaganti incustoditi», fatti tra l’altro «già precedentemente verificatisi» e che per questo esponevano i due stradini al «rischio di investimento».

L’ordine che era stato impartito, secondo la procura, era quello di «mettere in sicurezza la strada con cartelli ed indicazioni» in seguito proprio alla segnalata presenza sulla sede stradale di un maialino che vagava senza controllo.

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