Tanti per l’addio all’ex maestra Carmen: «Mia mamma l’ultimo giorno, era felice»

Capiago Intimiano Ieri i funerali della donna di 66 anni morta nell’incidente in moto sul lago- Il ricordo della figlia: «Non avrei potuto avere madre migliore»

«Non avrei potuto avere una madre migliore. So che lei è morta felice, perché aveva passato una bella giornata e stava passando un bellissimo momento con papà. Si sono amati l’un l’altro tantissimo: erano una cosa sola».

Le frasi, inevitabile, si spezzano nella voce di Sara Bargna, la figlia unica di Carmen Maspero, amatissima maestra della scuola primaria “Gianni Rodari” di Intimiano, in pensione da qualche anno, morta a Cremia in un incidente in moto domenica sera, a 66 anni, mentre con il marito Walter Bargna, titolare di un’agenzia di assicurazioni, 68 anni, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Varese, stava tornando dalla giornata sul lago di Como.

Per i funerali della donna - ieri - a Intimiano, la chiesa di San Leonardo non ha potuto accogliere tutta la folla, rimasta all’esterno per dare l’ultimo saluto alla maestra Carmen.

Mia mamma era una persona dedita agli altri, un’anima gentile, davvero, non ho mai conosciuto nessuno come lei

È martedì sera quando Sara ricorda la mamma con parole sue: «Mia mamma era una persona dedita agli altri, un’anima gentile, davvero, non ho mai conosciuto nessuno come lei. Parlava sempre bene di tutti, si è sempre dedicata agli altri. Ha sempre amato tantissimo mio papà, e mio papà ha sempre amato tantissimo lei. Come coppia erano una coppia perfetta. Lei si è dedicata al lavoro, agli alunni, aiutava gli altri, faceva un sacco di beneficenza. Una persona incredibile, una persona buona, una persona giusta».

«Mia mamma curava benissimo la casa, amava le orchidee - dice Sara - Quel giorno era felice. L’avevo sentita pochi minuti prima che partissimo, e mi aveva detto che era stata una giornata meravigliosa, che era felicissima. Che aveva avuto una giornata stupenda».

Il giorno dopo - ieri - un ricordo è arrivato dall’altare per voce di un nipote: «Penso a loro due come due metà complementari. Lei, insegnante nel vero senso della parola. Me la immagino con la moto. So cosa vuol dire andare in moto con la persona che ami. La moto la vedo come un’esaltazione di questa complementarità. In questi giorni bui, quando ho visto lo zio in ospedale, mi sono reso conto che il coraggio di un uomo viene fuori quando è più indifeso, anche se è ben curato, e oggetto d’attenzione di tanti amici. Questo amore è infinito. Credo che grazie al ricordo della zia possa affrontare questo momento».

Don Paolo: Carmen ha vissuto con passione. Dal racconto di tutti voi, ho avuto la sensazione di una vita vissuta con grande passione, per la famiglia, per i suoi alunni

Ha provato a portare elementi di riflessione e speranza anche don Paolo Galli durante la celebrazione. «Quello che è successo non è stato voluto da Dio, perché se fosse volontà di Dio, non sarebbe un Dio buono, che ama, che è morto per noi. Sarebbe altro,da quello che Gesù ci mostra nel Vangelo. Dio è invece colui che in questo momento è vicino a Sara, e a tutti coloro che hanno amato Carmen. Che sta aiutando la famiglia ad attraversare questi momenti bui per quanto accaduto. Dio è colui che accoglie Carmen: se non credessimo che Gesù è risorto, saremmo qui a compiere un rito vuoto».

«La vita di Carmen - ha aggiunto - non è stata una vita inutile. Carmen non ha avuto paura di vivere, ha vissuto con passione. Dal racconto di tutti voi, ho avuto la sensazione di una vita vissuta con grande passione, per la famiglia, per i suoi alunni». L’ultimo saluto è stato un lungo applauso tra le lacrime di tanti.

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