Tantissimi a Vighizzolo per l’addio a Demis, morto in un incidente in via Milano a Cantù

La tragedia Di Luca lascia la moglie Mara e due figlie. I familiari: «I guerrieri coraggiosi non muoiono mai». Alla fine il rombo degli amici motociclisti sul sagrato

«I guerrieri coraggiosi non muoiono mai, semplicemente si allontanano per un po’, per permettere alle altre persone di mettere in pratica il loro esempio». Hanno salutato così, familiari e amici, Demis Di Luca, 45 anni, morto venerdì a seguito delle ferite riportate in un incidente in via Milano, con la promessa e la certezza che non lo dimenticheranno mai. Che conserveranno con cura la traccia che ha lasciato nella vita di ognuno di loro.

Lavorava alla Mandelli di Verano

Era gremita, ieri mattina, la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo di Vighizzolo per l’ultimo saluto al motociclista, al quale è stato tributato un commiato con il rombo dei motori radunati sul sagrato. Sono arrivati in tanti davvero, commossi e increduli, per stringersi ai suoi cari, alla moglie Mara, alle due figlie, ai genitori, alla madre straziata nel doverlo lasciar andare, al fratello. Gli amici di sempre, quelli con cui condivideva la passione grande per le motociclette, e i colleghi del lavoro.

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Demis Di Luca era impiegato come receptionist alla Mandelli di Verano Brianza e venerdì stava tornando a casa in pausa pranzo quando il destino ha deciso di portarlo via da quanti lo amavano. La sua moto, una Benelli Trk, si è scontata con un’auto che usciva dal parcheggio di McDonald’s in via Milano. Un urto violento e senza scampo.

«Perché proprio lui? Perché in quel momento? Perché in quel luogo», le domande umanissime che si stanno ponendo in questo momento, ha ammesso il parroco don Paolo Dondossola. Domande alle quali non è possibile dare una risposta. «Ma se siamo qui – ha proseguito – è perché la parola di Dio possa portare un po’ di luce. E’ difficile trovare parole che siano di consolazione, rischiano di essere parole di circostanza. Ma il silenzio dell’umanità, il silenzio nei nostri cuori, può essere illuminato».

Il battesimo è un sigillo che pone Demis nel cuore del Signore e «da questo parte la nostra speranza – ha continuato nell’omelia – sapere che il nostro fratello non è finito nel nulla cosmico, ma che è nelle braccia del Signore. La fede non cancella il dolore, ma ci aiuta a dargli un senso, a darci la forza di andare avanti».

Il messaggio

I familiari hanno condiviso un messaggio, pieno d’affetto e di riconoscenza: «Poche parole non bastano a descrivere il vuoto che lasci. Sarai sempre presente nella nostra grande famiglia e resterai nei nostri cuori».

Ogni giorno mancherà il suo sorriso, che però non è spento per sempre: «I guerrieri coraggiosi non muoiono mai, semplicemente si allontanano per un po’, per permettere alle altre persone di mettere in pratica il loro esempio». All’uscita dalla chiesa la folla ha salutato la bara ricoperta da fiori bianchi, sulla quale erano state lasciate le firme e le parole di quanti hanno voluto bene a Demis Di Luca.

In onore della sua passione, il rombo delle motociclette degli amici gli ha tributato un ultimo addio.

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