Tornano i focolai nelle case di riposo

Si moltiplicano le segnalazione di contagi tra operatori e ospiti delle Rsa della nostra provincia. Almeno quattro le vittime. E intanto lunedì riapre l’hospice San Martino: era stato chiuso due settimane fa

Il virus è tornato dentro alle case di riposo. Tra i tanti focolai attivi sul nostro territorio, questa settimana si segnalano contagi soprattutto nelle Rsa, in genere quelle non colpite dalla prima ondata. C’è un focolaio ancora attivo alla Casa Santa Maria della Provvidenza di Lora con 16 positivi dei 21 iniziali registrati a fine ottobre e due vittime. Sempre a Como l’Hospice del San Martino, che è stato investito da un focolaio due settimane fa, riapre lunedì. I venti operatori isolati sono pronti a lavorare, era stato necessario trasportare altrove i nove pazienti.

«Confermo – spiega il direttore sanitario Jacopo Tagliabue – gli operatori si sono negativizzati e per fortuna stanno bene. Gli spazi sono stati sanificati e dalla prossima settimana ricominciamo con i primi ricoveri».

Prime vittime

Più complicata la situazione alla Rsa don Pozzoli di Canzo. Le autorità sanitarie segnalano 24 pazienti positivi, ma nelle ultime ore i tamponi hanno individuato in totale 35 ospiti contagiati sui 74 totali. C’è un caso molto grave, la maggior parte invece ha sintomi scarsi o assenti. Ma si tratta di persone non autosufficienti già gravate da patologie invalidanti. La struttura ha aperto un’ala interamente dedicata al Covid separata dai restanti spazi puliti. Questa Rsa, come del resto la Casa Santa Maria della Provvidenza, era stata risparmiata nella prima ondata.

Sono già due settimane che l’Rsa intercomunale di Bregnano è segnalata come focolaio, i dati ufficiali riportano 14 contagi, ma nel mentre i positivi sono saliti a una ventina. Due le vittime ed è stato necessario ricoverare diversi ospiti in ospedale. Altri 9 positivi sono segnalati nella Rsa collegata di Lomazzo. «Sì purtroppo è così – conferma Claudio Cetti, psichiatra comasco oggi presidente delle due Rsa – il virus pare meno crudele rispetto alla prima ondata, quando le nostre strutture erano rimaste indenni. Ma è comunque pericoloso e drammatico. I casi gravi, cinque, sono stati ospedalizzati grazie al sostegno dell’Asst Lariana. Ci sono stati due decessi pure in presenza di malattie pregresse importanti e di età molto avanzate. Staff e direzione sanitaria sono al lavoro per contenere al massimo il contagio».

Gli altri cluster

Gli ospiti delle Rsa non investiti dalla prima ondata sono oggi sprovvisti di anticorpi per contrastare il virus. Nella Rsa di Bellagio, a causa di diversi operatori positivi, la residenza si è di fatto chiusa in una bolla, con dentro ospiti e lavoratori. Un focolaio più ristretto per numeri è attivo alla Rsa don Allievi di Alzate Brianza.

In altri ambienti in provincia si segnala in rosso un focolaio a Rodero e uno a Laglio. Si ricorda che per focolaio s’intende un cluster, un ristretto gruppo di positivi al cui interno è avvenuta la trasmissione, che può contare anche solo tre soggetti. I più numerosi, fino all’80%, investono gli ambienti familiari, le quattro mura di casa. Nel nostro territorio sono centinaia. Seguono poi per numeri i casi scolastici e quindi le Rsa. Meno toccati gli ambienti lavorativi e commerciali.

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