Un progetto dall’Europa per risvegliare Cantù: missione possibile?

Il progetto Fa discutere l’ipotesi di affidare a un programma europeo le linee guida per riqualificare il centro. Da Villa Calvi al De Amicis fino al Castello Pietrasanta. I progetti in corso e le prospettive per la città di domani

Negli anni Cinquanta Cantù era realmente la città italiana del Mobile e i nomi più luminosi del design non solo nazionale si rivolgevano alla maestria degli artigiani canturini.

Un clima che, sviluppando un’intuizione del presidente della Pro Cantù Serafino Leoni Orsenigo, vide ideare il Concorso Internazionale del mobile, la Selettiva, la cui prima edizione si svolse l’anno successivo.

Oggi Cantù cerca di tornare ad avere quel piglio europeo, e lo fa pensando a una riqualificazione a 360 gradi del suo centro. I punti da valorizzare non mancano, a partire, secondo Mario Marelli, economista, già docente alla Bocconi, dall’ex collegio De Amicis «che oggi è un morto che dorme in cima alla collina che domina la città».

Imprese

Una città «in decadenza – prosegue – che rischia di trasformarsi in un dormitorio per i residenti, che poi vanno altrove a lavorare, nel Milanese». Le imprese del mobile, continua, un tempo a centinaia, oggi non ci sono più, e il rischio più che concreto è che Cantù diventi solo «uno dei tanti centri sul territorio. Anzi, un centro occupato da centri commerciali – sottolinea Mario Marelli – A cosa servono tutti questi supermercati in una cittadina di 40mila abitanti? Il futuro è solo nel consumo?».

L’obiettivo dell’amministrazione è promuovere un concorso di idee a livello europeo, per affrontare e risolvere le problematiche urbane che coinvolgono l’asse che da piazza Volontari della Libertà arriva fino in Pianella con idee progettuali innovative, capaci di attirare l’interesse pubblico e privato. A questo punta Europan 17 Living cities 2, il programma europeo per il quale l’amministrazione comunale ha deciso di manifestare interesse. Un progetto che comprende Villa Calvi, l’ex chiesa della Trasfigurazione, ovvero Sant’Ambrogio, il comparto De Amicis, il Castello Pietrasanta, il parco di Villa Argenti. Incastonate al centro della città ci sono due aree private particolarmente strategiche. Il comparto De Amicis, appunto. Da mesi ha mosso i primi passi un’ipotesi di recupero, promosso dall’impresa di costruzioni comasca Nessi & Majocchi, e il gruppo Immobiliare San Paolo di Cantù. Terzo attore sarebbe la cooperativa sociale Il Gabbiano, alla quale verrebbero ceduti gratis degli spazi.

Grande positività

L’ipotesi, quella di realizzare nella parte alta, la più pregiata e storica, residenze private ma di riservare una parte al Comune, e si era già parlato della biblioteca. Nella parte affacciata su via Andina, dove sorgeva l’artistico Bernardino Luini, sorgerebbe anche una Residenza Sanitaria Assistenziale.

Mario Marelli, del De Amicis, è stato studente, «e ricordo anni caratterizzato da un clima di grande positività, voglia di fare, con il collegio che esercitava un ruolo culturale per tutta la città, e tanti ragazzi in arrivo da fuori». Anche il Castello di Pietrasanta, poco lontano, è privato e stava scivolando nel degrado.

Ora è stato acquistato e il sindaco Alice Galbiatiha confermato la volontà di incontrare i proponenti per capire in che direzione vogliano andare e se si possa avere un cammino comune. Valutando se inserire il Castello nel progetto del museo diffuso, progetto ambizioso.

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