Verso le elezioni, con i candidati locali. Nicola Molteni: «Basta con le campagne contro la Lega, sappiamo governare»

Intervista Nicola Molteni, candidato alla Camera nell’uninominale di Como per il centrodestra

Si vota domenica 25 settembre, manca poco, proseguiamo dunque con la presentazione dei candidati locali. All’uninominale di Como per la Camera il centrodestra schiera Nicola Molteni, leghista canturino sottosegretario al ministero dell’Interno. Al plurinominale sempre alla Camera la Lega schiera Eugenio Zoffili, Simona Bordonali, Jari Colla e Silvana Snider, mentre all’uninominale di Sondrio c’è Giancarlo Giorgetti. Al Senato il centrodestra candida al forzista Licia Ronzulli all’uninominale di Como, Massimiliano Romeo in quello di Sondrio mentre al plurinominale la Lega ha scelto Maria Cristina Cantù, Paolo Arrigoni, Daisy Pirovano e Giuseppe Valditara.

Molteni, quali sono i punti forti, le priorità assolute per la Lega?

Questo Paese ha bisogno di un aiuto sull’energia, come prima emergenza assoluta metterei il caro bollette luce e gas. Bisogna per forza congelare gli aumenti con sostegni alle imprese e alle famiglie. Altrimenti il rischio è che tutto si traduca in un’immediata emergenza economica e sociale. Lo Stato deve fare la sua parte. Serve uno scostamento di almeno 30 miliardi di euro per il costo dell’energia. E poi l’Unione Europea deve imporre un tetto al prezzo del gas, serve uno scudo. Le associazioni di categoria dicono che 800ila piccole medie imprese con tre milioni e mezzo di lavoratori sono a rischio. In Lombardia sono 140mila imprese con 700mila posti di lavoro, a Como 8mila con 40mila lavoratori. Agiamo immediatamente.

Oltre le priorità?

Per me il tema della sicurezza è sempre fondamentale. La sicurezza è una precondizione di sviluppo e di crescita del nostro Paese. Significa rendere vivibili i nostri territori, dalle case alle stazioni. Puntiamo sulla video sorveglianza. Serve un piano Marshall per potenziare le forze di polizia. A Como con Matteo Salvini abbiamo portato i militari e ne siano fieri, nonostante la sinistra non li volesse. La sicurezza non è un costo, ma un investimento. Non dimentichiamo il contrasto alla criminalità organizzata, che si fa confiscando i beni dei mafiosi e mettendo questi beni a disposizione delle forze sociali. E poi c’è l’immigrazione clandestina. In Italia si entra liberamente e in sicurezza, rispettando la legge e le regole. Il problema degli sbarchi e della redistribuzione dei migranti resta attuale.

La ricetta economica della Lega?

Sostegno alle imprese. La sinistra è per la patrimoniale, noi per la flat tax. Abbiamo già applicato il 15% alle partite Iva fino a 65mila euro, ma serve un aumento delle coperture fino a 100mila euro. Tradotto: pagare meno per pagare tutti. Siamo per il contrasto all’evasione fiscale per fare crescita e sviluppo. Si crea lavoro dando alle imprese le condizioni per poter assumere. Dobbiamo cancellare subito la legge Fornero. Per noi con quota 100 è possibile mandare in pensione in maniera dignitosa molti lavoratori così da liberare posti sicuri per le giovani generazioni. Per questo proponiamo anche quota 41, i pensionamenti dopo 41 anni di contributi.

E la Lega a casa sua?

Noi continuiamo a puntare all’autonomia. Per i territori è fondamentale fare meno assistenzialismo e più federalismo. Il federalismo porta efficienza e minori costi. Questo ragionamento vale tanto al Nord quanto al Sud.

Venendo a Como?

Più attenzione alla nostra città e alla nostra provincia. Niente libri dei sogni, niente promesse campate per aria. La politica deve tornare all’ascolto. Io sto girando per piazze e mercati, Comune per Comune, stringo tante mani. Va ricostruito un rapporto di fiducia con i cittadini. Un contatto umano.

Como e Cantù e più in generale la Lombardia sono la spina dorsale del nostro Paese. Tanti piccole e piccolissime imprese devono potersi esprimere, hanno bisogno di uno Stato amico, non fatto solo di tasse e di burocrazia. Se riescono a sprigionare le loro capacità, il nostro tipico saper fare, allora possiamo riuscire. Tessile, legno arredo, meccanica, dobbiamo essere orgogliosi del nostro territorio.

Un commento su Rapinese?

Nutro stima e rispetto. Rispetto perché è dovuto a tutti i sindaci che si impegnano davvero. A loro bisogna garantire dialogo e collaborazione, a maggior ragione in un Comune capoluogo complesso. Stima perché la sua storia arriva dal basso, arriva da vent’anni di opposizione concreta. Ci sono temi che non vanno scaricati sui Comuni e che necessitano dell’aiuto dello Stato e della Regione. Basti citare i soldi del Pnrr che devono essere spesi in tempi rapidi.

Ma senza Mario Draghi arrivano lo stesso?

Il Pd dice che sono a rischio, ma così fa campagna contro il Paese. Quando i democratici affermano che se vince il centrodestra i fondi sono in pericolo sono irresponsabili. Le campagne di delegittimazione non fanno bene a nessuno. I soldi ci sono e vanno impiegati bene. La Lega è una forza di governo responsabile. Governiamo Regioni e città e abbiamo dimostrato all’interno dell’esecutivo Draghi di poter guidare questa nazione. Non mi pare che a sinistra, con una coalizione divisa e logorata, siano altrettanto credibili.

E se vincete le liti tra Salvini e Giorgia Meloni?

Intanto dobbiamo dire ai cittadini di andare a votare. I sondaggi non contano e le elezioni vanno vinte. I voti vanno ancora presi, per poi essere contati e pesati. Il centrodestra è compatto. C’è la consapevolezza da parte di tutti i segretari che i cittadini ci chiedono di presentarci insieme. La Lega interpreta al meglio questa richiesta. Non servono divisioni, che pur ci sono state, ma per ragioni più personali che di merito. Siamo maturi, ecco il messaggio. Non governiamo da più di dieci anni, dall’ultimo governo targato Silvio Berlusconi e ora siamo pronti.

Vincerà l’astensionismo?

Spero di no. Invito tutti i cittadini ad andare a votare. Il voto è la massima espressione della democrazia. Noi siamo ripeto pronti e uniti contro un centrosinistra spaccato e litigioso.

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Salvini propone un ministero per i frontalieri, giusto?

Ci sono 70mila lavoratori delle nostre province oltre frontiera. Sono una ricchezza, anche per la Svizzera. Sono professionalità che dobbiamo difendere. È un argomento del quale noi dobbiamo occuparci e che a Roma non conoscono affatto. L’altra faccia della stessa medaglia sono alcune professionalità che a Como mancano perché trovano un’occupazione in Ticino. Penso che serva una lobby territoriale.

Ovvero?

Dobbiamo tutti fare squadra, insieme, per rappresentare le istanze del territorio. Ho già chiesto la convocazione di un tavolo di lavoro con il tessuto imprenditoriale per capire le priorità. Anche per il tessile. Biella e Prato hanno saputo essere compatti e hanno calamitato fondi che invece non sono arrivati a Como e in altre città.

Se vincete rimarrà al ministero?

Non lo so, prima è necessario vincere, anche contro un 40% di possibile astensionismo. Io ringrazio il partito e gli alleati per avermi candidato. Prometto impegno e serietà.

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