Via libera al nuovo palazzetto di Cantù (è già il terzo). E la vecchia impresa chiede 5 milioni per l’ennesimo progetto fallito

Lavori pubblici Il consiglio comunale ha approvato l’intervento per la realizzazione della struttura. Chi ha iniziato a costruire l’impianto presenta il conto delle opere fin qui realizzate

Ieri sera il progetto del nuovo palazzetto è tornato di nuovo in consiglio, e ha incassato per la seconda volta e ancora all’unanimità parere favorevole alla valutazione di pubblica utilità della proposta presentata da Cantù Next, in costituenda associazione temporanea di impresa con Bennet, Nessi & Majocchi e Consonni Strade. Un passo importante per realizzare un nuovo palazzetto e mettersi alle spalle lo spettro dei due palasport mai nati, il Palababele e il PalaTurra, di anni e milioni gettati. Ma il passato a volte ritorna, e lo fa tramite gli avvocati.

Il Fallimento Palasport Cantù Ssd, dichiarato nell’ottobre 2020, attraverso il curatore ha citato il Comune, nella persona del sindaco Alice Galbiati, sostenendo che l’ente ha utilizzato e utilizzerà le opere eseguite dalla società, l’abbozzo di palasport che resta in corso Europa, opere il cui valore economico è stato stimato in oltre 6 milioni e per le quali ha versato 350mila euro.

Per questo, si chiede la restituzione al Fallimento Palasport Cantù Ssd srl della somma di 5.664.501 euro o quella di diversa entità che sarà accertata in corso di causa. Prima udienza il 17 novembre. «L’atto è al vaglio – commenta il sindaco Alice Galbiati - per gli opportuni approfondimenti. Ci costituiremo e faremo valere le ragioni dell’amministrazione, ricordando che il Tribunale di Como ha già accertato il Comune di Cantù come creditore di 900mila euro circa». Per quanto riguarda il nuovo palazzetto, invece, nelle scorse settimane il proponente ha depositato ufficialmente in piazza Parini il nuovo piano economico finanziario della proposta. Il costo per l’impianto è passato da 15 milioni di euro a una cifra tra i 35 e i 40, con un incremento tanto del contributo dei soci, che si alza a 12 milioni, quanto di quello pubblico, con ulteriori 4 milioni attesi dalla Regione. Per questo si è reso necessario il secondo passaggio in consiglio , un anno e mezzo dopo che l’assemblea si era espressa favorevolmente alla valutazione di pubblica utilità.

E c’è stata ancora unanimità del consiglio. «Questa sera è un’altra tappa importante di questo percorso – ha sottolineato il sindaco – Si tratta di un procedimento complesso, ma sono certa che andremo avanti con la stessa determinazione, perché siamo tutti concordi che questa opera rivesta grande importanza per la città». Il primo cittadino ha rimarcato che il ritorno in aula non è stato «per un capriccio di questa amministrazione» o per rallentare i tempi, «ma per una serie di ragioni prima fra tutte le modifiche apportate al progetto». Modifiche ai costi, al modello di gestione, al carico che questa arena porterà alla città. Senza dimenticare, ha sottolineato Galbiati, che la Regione richiede l’approvazione del progetto da parte del consiglio perché il Comune possa formalizzare la richiesta di adesione a un accordo di programma e quindi accedere al contribuito richiesto.

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