A Brunate resta un solo medico di base: petizione con 200 firme dei residenti

Il caso Una dottoressa lascia l’ambulatorio comunale, riceverà solo nello studio di Breccia. Troppi disagi per i cittadini, che hanno così scritto ad Ats Insubria, Asst Lariana e Regione

A Brunate resta un solo medico di famiglia, scatta così una raccolta firme lampo che in un paio di giorni ha portato circa 200 persone a sottoscrivere la petizione attraverso cui si fa richiesta di un altro medico a Brunate.

La petizione ieri è stata inviata per raccomandata a Ats Insubria (direzione generale di Varese e di Como), Asst Lariana e in Regione Lombardia, alla direzione generale walfare ed alla commissione permanente sanità e politiche sociali.

Il cambiamento

Prima di Natale la dottoressa Giuseppina Milea, che dal 2013, quando andò in pensione il dottor Paolo Milani riceveva nell’ambulatorio comunale di via Volta, ha comunicato che dal 1 gennaio, a causa del riordino della convenzione regionale approvata recentemente, non avrebbe più mantenuto l’ambulatorio a Brunate, ma solo quello a Como, precisamente a Breccia, in via Perego. Ringraziando i suoi assistiti, la dottoressa aveva anche comunicato che chi tra loro fosse stato impossibilitato ad andare in ambulatorio a Breccia, avrebbe potuto provvedere al cambio del medico di base restando a Brunate. Il dottor Paolo Laface, marito della dottoressa Milea e medico di famiglia con ambulatorio a Brunate ha avuto la possibilità di una deroga al numero massimo degli assistiti.

La protesta

I cittadini non accettano questa decisione e chiedono un potenziamento sul numero dei medici di base a Brunate che attualmente vede un solo medico per circa 1500 persone.

«Con la massima stima verso l’unico professionista che resta a svolgere le funzioni di medico di base – si legge nella lettera sottoscritta – forte è la preoccupazione che un unico medico, pur con la massima volontà, possa portare assistenza a gran parte della popolazione. Si tenga conto che molti sono anziani, senza la possibilità di scendere in città, e alcuni non autosufficienti o automuniti. In questo modo si corre il rischio di non poter avere assistenza in modo compiuto e secondo i dettati costituzionali».

A tutto ciò i sottoscrittori della richiesta elaborata da Caterina Pedraglio, una cittadina, aggiungono anche: «Se tutto ciò sfociasse in situazioni di pericolo per la salute del singolo, ovviamente non si potrebbe rendere responsabile l’unico operatore sul territorio, bensì chi avrebbe il dovere di tamponare le carenze di organico».

La richiesta dei cittadini di Brunate è in linea con la grande situazione di disagio che stanno vivendo coloro che hanno visto iniziare l’anno con il pensionamento del medico di base e la possibilità di avere un medico di famiglia solo recandosi in un ambulatorio in un altro paese. Una situazione molto disagevole, soprattutto per le persone anziane che si trovano disorientate o per chi necessita di essere accompagnato perché non automunito ed il sistema di trasporto pubblico non assicura collegamenti agevoli, anche tra paesi confinanti.

«Le firme non sono tantissime, ma, vista l’importanza, abbiamo voluto muoverci il prima possibile», dice Caterina Pedraglio, che con l’aiuto di altri cittadini tra cui Enrica Bernasconi ed i ragazzi del Minimarket ha raccolto le firme per sostenere la richiesta di continuare ad avere due medici di famiglia in paese.

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