Abusi edilizi da demolire all’Hotel Milano: la polemica si fa sempre più intensa

Brunate Fa discutere l’ordinanza di demolizione di alcune opere realizzate nella grande struttura. L’ex sindaco Pandakovic: «Troppa riservatezza»

L’hotel Milano e la sua ristrutturazione sono un argomento importante per il paese, innanzitutto per l’impatto fisico e paesaggistico dell’ex Grand Hotel, che dovrebbe tornare ad essere un 5 stelle con 80 tra suites e junior suites, due ristoranti vista lago e un centro benessere innovativo aperto a tutti.

Dopo l’ordinanza del 10 febbraio con cui il Comune chiede ai proprietari di demolire alcune opere edilizie abusive, si è aperto una sorta di vaso di Pandora sulla ristrutturazione ad opera da una realtà non locale, la proprietà infatti è Italiana Hotels & Resort, società alberghiera con sede a Cosenza che nel 2012 acquistò l’ex Hotel Milano. Un dibattito che trova nuova linfa anche in vista delle prossime elezioni amministrative.

«Sono ritardi insostenibili – commenta l’ex sindaco Saverio Saffioti - tenendo conto che inizialmente l’apertura era prevista per Expo 2015 e questa situazione è un danno per Brunate».

Marco Curi, ex consigliere comunale di minoranza nell’ultima amministrazione Saffioti e assessore nella seconda giunta Bodini, oggi tra coloro che stanno mettendo insieme le idee per una lista alle prossime amministrative, non vede i lavori di ristrutturazione come un tema politico: «In prospettiva è un’opera importante per il turismo e il commercio, ma non lo vedo un tema elettorale. La parola è degli uffici e dei tecnici competenti di una procedura di edilizia privata che devono sorvegliare come di fatto stanno facendo, prova ne è l’ordinanza».

Secondo Darko Pandakovic, sindaco di Brunate dal 1999 al 2009 e prima assessore per 10 anni e prima ancora consigliere per 5, attualmente figura di riferimento di un gruppo di giovani che sta lavorando per proporsi alle prossime amministrative, la vicenda dell’Hotel Milano va approfondita perché l’hotel condizionerà sostanzialmente il futuro del paese.

Le disposizioni

«L’ordinanza, emessa dal tecnico che precedentemente non era responsabile di questo settore, ora che il Comune è retto dalla commissario prefettizio, mette finalmente in luce gli evidenti abusi – commenta Pandakovic, docente di architettura del paesaggio al Politecnico di Milano - ci si domanda se le precedenti amministrazioni abbiano in qualche modo assecondato l’operazione, mettendosi in posizione subordinata e trascurando l’adeguata attenzione sulle procedure. Trattandosi di volumi abusivi faccio notare che la legge non prevede la possibilità di domanda di compatibilità paesaggistica – aggiunge - La normativa prevede altresì che in mancanza di demolizione da parte del trasgressore il Comune proceda con l’esproprio dell’area e la demolizione».

L’Hotel Milano e il suo impatto su Brunate sono temi fondamentali per l’ex sindaco architetto: «Nelle due passate amministrazioni è completamente mancata la comunicazione alla popolazione su questa ristrutturazione. Tutto si è svolto in un clima di riservatezza, perché? – chiede - Chi sono i promotori e finanziatori? Come mai i lavori si protraggono così a lungo? Quale società ha convenienza nel tenere fermi capitali così a lungo? Quale sarà la gestione e a quali fruitori si rivolge? Questo è un tema aggregante per Brunate, sicuramente è importante anche viverlo politicamente».

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