Cane libero, lite in Valbasca: «Ti appendo a un albero»

Lipomo Pericolo per un cocker a passeggio con la padrona. I toni si sono subito accesi fino a passare alle minacce

Ieri mattina una signora lipomese, come d’abitudine, ha portato a spasso il suo cagnolino di compagnia, un cocker tenuto al guinzaglio.

Si trovava lungo il sentiero ombreggiato della Valbasca, dove c’è anche il canile municipale di Como gestito dall’Enpa, che raccoglie randagi di una cinquantina di comuni, ed è frequentato quotidianamente da runner e appassionati.

E quello che è successo davvero non se lo poteva aspettare.

Intenta a rispondere ad una chiamata telefonica al cellulare non si è accorta che un cane di media taglia, che vagava libero e senza guinzaglio, è sopraggiunto alle sue spalle mettendosi ad abbaiare e cercando di aggredire il suo cocker.

La signora ha prontamente richiamato l’attenzione della proprietaria dell’animale, visto che il suo amato cockerino era stato già vittima di una aggressione che gli aveva lacerato un orecchio e si era reso necessario un intervento veterinario.

La donna non si è preoccupata più di tanto a rispondere perché, nel frattempo, era intenta a conversare con un uomo che stazionava poco distante con il suo cane al guinzaglio.

Quest’ultimo è intervenuto nella discussione tra le due donne che, ben presto, ha raggiunto dei toni piuttosto alterati.

«Basta, ti prendo e ti appendo ad un albero. Chiama pure i carabinieri» ha inveito verso la signora che stava cercando di spiegare la necessità di condurre il proprio animale al guinzaglio, allontanandosi.

La proprietaria del cane sciolto, messa al corrente delle peripezie trascorse dal cocker, si è invece scusata per quanto successo anche se ha sostenuto che il suo cane non ha mai fatto male a nessuno.

Chi dei due ha ragione? Cosa prevede la legge? Cosa potresti fare se dovessi essere morso dal cane? A spiegarlo è una sentenza della Cassazione, la n. 51448/17 del 10.11.2017 che, tra l’altro, ha anche ricordato come la responsabilità per animali in custodia non riguardi solo il proprietario, ma qualsiasi altra persona che, anche se per motivi occasionali e di cortesia, si è assunta la responsabilità di tenere sotto vigilanza il quadrupede. P. Sar.

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