«Contro le mafie c’è tanto da fare, ma si possono sconfiggere»: la parola a Cortese che arrestò Brusca e Provenzano

Incontro Nel corso di una serata organizzata dal Lions club di Cernobbio, ha parlato della sua esperienza da investigatore, che l’ha portato a indagare su mafia, terrorismo, ‘ndrangheta e strategia stragista di Cosa nostra

«Contro le mafie c’è tanto da fare, ma si possono sconfiggere»: la parola a Cortese che arrestò Brusca e Provenzano
Renato Cortese ospite del Lions club di Cernobbio

I motorini “smarmittati”, la caccia ai pizzini e l’ingegnere tedesco che ha inventato il gsm. Anche così lo Stato italiano ha saputo reagire alle stragi mafiose e sconfiggere Cosa Nostra. «Ma contro le mafie c’è ancora tantissimo da fare, a cominciare dai comportamenti di tutti i giorni».

Renato Cortese ha una flemma e un tono di voce pacati che devono essergli tornati utili negli anni terribili delle indagini sulla strage di Capaci e di via D’Amelio, in quelli esaltanti degli arresti di Giovanni Brusca e Bernardo Provenzano e quando ha indagato nella maxi operazione contro la ‘ndrangheta Crimine-Infinito, che 12 anni fa ha assestato un duro colpo ai clan calabresi anche in provincia di Como.

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