Il reddito di cittadinanza allo sfruttatore di lucciole

L’inchiesta Uno degli arrestati nel blitz dei carabinieri tra Como e Svizzera incassa dallo Stato 500 euro al mese

Secondo l’accusa ogni mese riceveva - con la sua complice - non meno di duemila euro (soldi totalmente in nero). Senza contare il denaro che avrebbe incassato con la vendita della droga. Eppure dall’ottobre 2020 Stefano Forcella, comasco di 28 anni con casa tra Cernobbio e Fino Mornasco, incassa regolarmente e mensilmente il reddito di cittadinanza. Cinquecento euro garantiti dallo Stato, che ora però ha disposto il carcere per il giovane con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma anche di spaccio di sostanze stupefacenti.

È uno dei retroscena dell’indagine che i carabinieri del Nucleo Investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Como hanno condotto, assieme ai colleghi della polizia cantonale svizzera. Una collaborazione, quella tra Arma e agenti ticinesi, che ha portato ad alzare il velo su un giro - al momento di dimensioni ridotte, ma non è escluso che possa celare storie e proporzioni ben differenti - di sfruttamento della prostituzione (o, almeno, questa è l’accusa ipotizzata) tra il Comasco e i night club del Luganese.

Ed è stata proprio la magistratura svizzera, lo scorso autunno, dopo aver arrestato proprio Forcella e la sua convivente rumena, Daniela Mihaela Penu, a inviare alla Procura comasca una comunicazione di notizia di reato contenente una serie di informazioni che lasciavano intendere l’esistenza di possibili reati commessi anche nel Comasco. E così i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno cominciato a scavare, alla ricerca di riscontri al racconto fatto da una ragazza, venuta dalla Romania con l’idea di guadagnare soldi prostituendosi, ma che si sarebbe poi ritrovata a dover spartire il denaro con i suoi presunti “protettori” e, soprattutto, a dover spacciare cocaina per conto loro (ovviamente parliamo sempre di accuse, tutte ancora da dimostrare).

I carabinieri non si sono limitati a fare approfondimenti alla ricerca di riscontri, ma sono riusciti in pochissimo tempo anche a intercettare altre ragazze spinte alla prostituzione e, alcune, pure pesantemente picchiate e addirittura violentate da un terzo uomo, un energumeno rumeno - Vasile Dumitru Carausan - finito in carcere al Bassone anche con l’accusa di violenza sessuale. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe ripetutamente picchiato e abusato sessualmente di una ragazza. Botte che si facevano sempre più violente quando lei non portava a casa il denaro richiesto e che, stando alle intercettazioni raccolte, ammontava a non meno di diecimila euro al mese.

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