La Svizzera schiera i droni al confine: più controlli anti passatori e clandestini

Valichi Gli apparecchi andranno a sostituire i rumorosi velivoli che disturbavano i cittadini. Operativi entro fine anno. In arrivo un nuovo sistema di radar per monitorare lo spazio aereo

Droni e radar. La Svizzera ha deciso di alzare il muro dei controlli al confine e lo ha fatto con due importanti annunci da parte ArmaSuisse, l’Ufficio federale cui fanno capo gli appalti per la Difesa.

Il tema di fondo, soprattutto per quanto concerne i nuovi droni di fabbricazione israeliana - che andranno così a sostituire i vecchi e rumorosi droni con motore a benzina, che avevano fatto trascorrere tante notti insonni a diversi residenti sui due lati del confine - è che dopo i ritardi nelle consegne, ArmaSuisse vuole ora pigiare sull’acceleratore, alla luce anche del nuovo ed esponenziale aumento del fenomeno dei passatori, impegnati a traghettare i migranti verso la Svizzera utilizzando soprattutto i valichi minori di confine.

Ammodernamento

Nel dettaglio, ai due droni di nuova generazione già consegnati, ArmaSuisse ha fatto sapere nelle ultime ore che è prevista la consegna alle forze aree di un terzo drone, arrivato ad ottobre ed ora in fase di prove di piena operatività. «Le forze aeree possono quindi iniziare con l’allestimento delle capacità operative per il nuovo sistema e fare gradualmente esperienza. Oltre alla pratica di volo, si tratta anche di prestazioni di supporto e logistica o dell’interoperabilità con altri sistemi dell’esercito» ha fatto sapere ArmaSuisse. L’azienda produttrice è l’israeliana “Elbit”. Si può dunque stimare il debutto nei cieli svizzeri che lambiscono il confine tra dicembre 2023 per i primi 2 droni e l’inizio del 2024 di questo terzo drone. Entro la fine dell’anno saranno consegnati anche altri tre droni, completando così “il sistema di ricognizione senza pilota né armi che sostituisce il sistema di ricognitori telecomandati 95 utilizzato nell’esercito sino alla fine del 2019». Tutti e sei i droni saranno pienamente operativi entro la prima metà del 2024.

A questa importante novità per le dinamiche di confine si aggiunge anche un nuovo sistema di sensori radar per il monitoraggio dello spazio aereo e per la gestione (e il controllo) degli interventi delle forze aeree svizzere. In questi giorni, Armasuisse ha consegnato all’esercito il secondo sistema di sensori radar “completamente ristrutturato per l’utilizzo operativo”.

Le decisioni

«Dal 2005 la Svizzera controlla quattro stazioni radar in modalità 24/7 utilizzando il sistema di monitoraggio dello spazio aereo e di controllo e gestione degli interventi delle Forze aeree - si legge nella nota di Armasuisse -. L’obiettivo è rilevare e identificare oggetti volanti civili e militari e di gestire le operazioni delle forze aeree». È chiaro che le tensioni internazionali e il fatto che la Svizzera abbia derogato rispetto alla plurisecolare neutralità hanno avuto un impatto importante su questo rafforzamento del sistema di difesa tramite radar, con la frontiera sud verso l’Italia e il Mediterraneo tenuta nella debita considerazione. «La modifica del sistema è complessa e richiede una pianificazione dettagliata e approfondita, soprattutto perché i lavori dovranno essere eseguiti in condizioni difficili ad altitudini fino a 3000 metri sul livello del mare», la chiosa di ArmaSuisse.

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