Ortodossi a San Martino, ma c’è scetticismo sull’accordo: «La posizione rialzata, con le difficoltà di accesso per anziani, è un problema»

Tavernerio Parla padre Cristian, responsabile della comunità con seimila fedeli: «Le difficoltà di accesso sono un problema. Non so se troveremo un’intesa»

«Rispettiamo tutte le posizioni e le idee di ciascuno, ma rassicuriamo tutti i cittadini di Tavernerio: siamo una comunità aperta e rispettosa delle tradizioni e della storia del paese».

Con queste parole padre Cristian Prilipceanu, responsabile della comunità rumena ortodossa di Como, rassicura Tavernerio nei giorni in cui si discute sulla possibile accoglienza della comunità ortodossa nell’antica chiesa parrocchiale di San Martino, che svetta in cima al centro storico del paese.

La notizia della possibile cessione in comodato d’uso o, anche se più improbabile, della possibile vendita dell’antica chiesa fa quindi parlare e la comunità ortodossa si apre al mondo cattolico locale, come spiega padre Cristian, in autentico spirito di collaborazione e ascolto tra fratelli cristiani.

Parrocchia per oltre 500 anni

Per oltre 500 anni, la chiesa, che svetta nella parte alta del paese, è stata la parrocchia del paese. Nel 1997 l’allora parroco, don Silvio Bernasconi, aveva deciso per la costruzione dell’attuale chiesa dell’Eucarestia, eretta sul terreno del Prà di Boss, proprio sotto la chiesa di San Martino.

Il legame con l’antica parrocchia – la chiesa vecchia come la chiamano a Tavernerio – non è però venuto meno: il patrono è e rimane San Martino, che si festeggia l’11 novembre, e, singolarità della scelta, la chiesa nuova non ha campanile.

Le ore lieti e tristi della comunità vengono ancora suonate e annunciate dal campanile dell’antica chiesa. L’attuale parroco, don Paolo Busato, nei giorni scorsi ha reso noto che sono in corso trattative e colloqui con la comunità rumena ortodossa, attualmente ospitata nella chiesa di San Provino, a Como.

La chiesa di San Martino lo scorso anno è stata usata solamente per tre matrimoni e per la messa patronale. La comunità rumena ortodossa locale, come spiega padre Prilipceanu, conta 800 fedeli a Como e seimila in tutta la provincia.

«Che partecipano costantemente alle liturgie sono tra i 150 i 200 fedeli – spiega il padre ortodosso – Ho letto, come comprensibile, i dubbi e le preoccupazioni e rispetto anche il clima aperto ed equidistante tra le posizioni pro e contro».

Scartata l’acquisizione

«In primis dico subito che è scartata l’ipotesi dell’acquisto, per i costi e per le procedure lunghe. Stiamo valutando un eventuale comodato d’uso. A chi ha timore di poter più utilizzare la chiesa per i matrimoni cattolici, dico di non averne: si potranno fare in autentico spirito di dialogo, conoscenza e rispetto reciproco» aggiunge padre Cristian.

Come già a San Provino, davanti all’altare, se dovessero arrivare i rumeni ortodossi, sarà posta l’iconostasi, una sorta di separazione in legno tra il popolo e la parte sacra dell’altare, non molto diversa, come molti nostri anziani ricordano, dalle nostre balaustre con cancelletto, che si usavano prima del Vaticano II.

Rimozione

Iconostasi che nel caso potranno poi essere rimosse. Padre Prilipceanu conferma le trattative in corso, ma sembra scettico sull’esito.

«La posizione rialzata della chiesa, con le difficoltà di accesso per anziani o per chi non ha mezzi, sono un problema – conclude – Così come gli investimenti ingenti in manutenzione degli impianti. Valutiamo, ma credo che alla fine un accordo possa non esserci».

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