Palasport, il cantiere va a rilento «Sarà il terzo anno senza Parini»

Cantù Il Comune annuncia un nuovo sopralluogo. Disperati Molteni (Libertas) e Munafò (Pgc), «Siamo al limite: stiamo andando a elemosinare ore in tutte le palestre del territorio e non solo»

Si fa prendere dall’amarezza Ambrogio Molteni, che guida il Pool Libertas Cantù, la società di volley da lui creata nel 1982, e dice: «Se non abbiamo ancora chiuso è solo perché alla fine uno ci crede ancora».

Anche Antonio Munafò, fondatore della società di basket Progetto giovani Cantù, sospira: «Cantù città del basket si meriterebbe strutture adeguate. Purtroppo aspettiamo ancora, aspettiamo speranzosi». Causa di tanta afflizione, il palazzetto Parini. Si sperava di riuscire a tornare nell’impianto almeno per gli allenamenti già da questa primavera, invece il cantiere è ancora in corso, non c’è una data per la consegna. E quindi le due società stanno a malincuore organizzando il proprio terzo campionato da nomadi.

Iter ancora lungo

Dopo due anni di cantiere si pensava di essere arrivati alla conclusione quantomeno della prima parte, che significherebbe cominciare a permettere un utilizzo parziale della struttura.

Poi si dovrà aprire il bando per assegnare la gestione e, terminati i collaudi, anche il pubblico potrà rimettere piede sugli spalti. Un passaggio, quest’ultimo, che non avrà tempi brevi. Dal settembre 2020 sono in corso i lavori, interventi che erano previsti per due anni prima, ma nel mezzo ci sono stati ricorsi in tribunale e lockdown per l’emergenza Covid, che hanno molto dilatato i tempi. Poi è stata la volta dei problemi legati a un cedimento delle fondamenta sulla parte esterna. Poi alla fognatura. In città, memori di quanto accaduto con il PalaTurra, rimasto oggi un abbozzo di cemento e ferri scheletriti, il quadro porta una certa inquietudine.

«I lavori procedono - conferma l’assessore Maurizio Cattaneo – lentamente ma procedono. Proprio nei prossimi giorni avremo un sopralluogo, dopo il quale potrò avere maggiori indicazioni sulle tempistiche». Da due anni la Libertas si trova in perpetua trasferta, una situazione logorante, soprattutto per le giovanili, per una squadra che ha faticosamente conservato il proprio posto in A2: «A metà agosto cominciamo il campionato – spiega Ambrogio Molteni – quindi stiamo già programmando la terza stagione senza Parini. Anche quando sarà pronto, non potremo giocare qui le partite di campionato, a meno di venire retrocessi, perché in A2 servono almeno mille posti. Ma poter fare qui gli allenamenti sei giorni a settimana sarebbe già una grande cosa, visto che dobbiamo andare a elemosinare ore altrove».

L’incertezza

L’ultimo ingresso al Parini, lo scorso marzo «ed era un cantiere. L’unica cosa che sappiamo, da allora, è che non c’è un piano, delle scadenze che vengano rispettate. Un disastro».

Anche Antonio Munafò tratteggia una condizione davvero faticosa: «Non sappiamo assolutamente quando potremo rientrare nel Parini, quindi stiamo cercando di programmare la prossima stagione ancora in altri posti. Ma la situazione degli impianti è drammatica. Non ci sono novità, non ci vengono date notizie sulle tempistiche». Un centinaio di ragazzi, che anche quest’anno dovranno allentarsi tra le palestre scolastiche, il Toto Caimi, Senna, Casnate con Bernate, Carugo, Seregno.

«Il problema – prosegue – è che nella maggior parte dei casi non ci sono situazioni adeguate e atleti come i nostri rischiano di infortunarsi. Saltare sul cemento non è lo stesso che saltare su un parquet. Cantù città del basket si meriterebbe strutture adeguate. Purtroppo aspettiamo ancora, aspettiamo speranzosi».

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