Rapinese contro “Amici di Como”: «Amici solo del loro monopolio e nemici di Como»

Il capoluogo Il sindaco: «Si sono comportati da bambini capricciosi: “O a modo mio o niente”». E ancora: «Io non ho escluso nessuno, sono fuggiti. Perché non hanno partecipato ai bandi?»

«Si sono comportati da bambini capricciosi, “o a modo mio o niente”. Il tanto sbandierato amore per la città di Como, dov’è finito?». Usa queste parole il sindaco Alessandro Rapinese per commentare il trasloco della “Città dei Balocchi” a Cernobbio, dopo 28 anni di edizioni organizzate nel capoluogo.

Lo strappo

A fine settembre la giunta di Palazzo Cernezzi aveva approvato una delibera con le modifiche allo schema della kermesse natalizia: non più un unico bando per il “pacchetto completo”, ma la suddivisione dei singoli eventi (casette e fuochi artificiali, ruota e giostra, albero di Natale, pista del ghiaccio e luminarie a carico del Comune, niente proiezioni sui palazzi per il risparmio energetico). E, contestualmente, il cambio di nome: “Natale a Como”. Per il momento non sono state date indicazioni sul piano trasporti e su eventuali misure viabilistiche pensate per il periodo di Natale.

Poi, 48 ore fa, dopo una serie di indiscrezioni, l’annuncio del sindaco di Cernobbio Matteo Monti: la “Città dei Balocchi”, edizione numero 29, sarà nel suo comune, confinante con Como. Ma, per ora, nessun dettaglio su come sarà organizzata. Né logistico né per gli eventi.

Il primo cittadino comasco, a precisa richiesta di un commento, è un fiume in piena: «Io non ho escluso la “Città dei Balocchi”, solo loro che sono fuggiti da Como. Più che gli “Amici di Como” (si riferisce all’associazione di imprenditori che in tutti questi anni ha sponsorizzato il Natale comasco, ndr) mi sembrano amici del monopolio. Se volevano governare Como potevano candidarsi alle elezioni...». E ancora: «Semplicemente abbiamo cambiato la formula natalizia perché l’abbiamo aperta a più partecipanti per ogni settore, garantendone la continuità. Quello che non capisco e che non è spiegabile è perché non abbiano partecipato ai bandi».

Il sindaco comasco prosegue dicendo: «Io quest’anno garantisco il 10% del fatturato, che è tantissimo, devoluto in beneficenza. In passato, quando dovevamo aspettare la differenza tra costi e ricavi, non rimaneva neanche un centesimo. Se anche a Como non si fosse presentato nessuno per le casette natalizie sarei stato ugualmente felice perché di attività commerciali di qualità il nostro Comune è pieno. Non abbiamo più spazi disponibili per gli eventi natalizi e mi sto impegnando molto perché proprio in quel periodo piazza Perretta senz’auto possa essere inaugurata come nuovo spazio pubblico».

Tornando al trasloco della kermesse a Cernobbio, Rapinese la butta sull’ironia rispolverando la “grande Como”: «Visto che mi piacerebbe che Cernobbio possa diventare parte del capoluogo, invito Brunati a prepararsi a bandi plurimi e trasparenti come quelli organizzati a Como, altrimenti può iniziare a rivolgersi a Garzeno».

Altro che clima natalizio

Insomma, il clima è tutt’altro che natalizio, come dimostrano le ulteriori parole del sindaco di Como, che chiude dicendo: «Amici di Como? Forse sono amici del loro evento, non della città. Ripeto: perché non hanno partecipato ai bandi? Più che amici di Como, mi sembrano nemici».

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