Tagli sulle scuole per risparmiare su edilizia ed energia: gli istituti di periferia pagheranno il conto più salato

La mappa Tra i plessi che rischiano la chiusura Ponte Chiasso e Acquanera e primarie di Civiglio. Accorpamento possibile anche per la media Virgilio

L’amministrazione comunale ha intenzione di chiudere entro due anni almeno cinque scuole per risparmiare sull’edilizia e sull’energia.

Tra le ipotesi le scuole dell’infanzia di Ponte Chiasso, di via Volta e di via Acquanera, le elementari di Civiglio e le medie Virgilio.

La vicesindaco Nicoletta Roperto, che ha la delega alle politiche educative, ha annunciato un piano di razionalizzazione dei plessi scolastici dal 2024. L’elenco delle scuole da chiudere non è ancora stato definito. Sono infatti in corso delle valutazioni tecniche con l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Ciabattoni che negli ultimi giorni ha effettuato dei sopralluoghi mirati in tutte le scuole di competenza del Comune, dagli asili alle medie.

È invece già stata deliberata la chiusura delle scuole medie di Sagnino da settembre, con gli alunni che verranno spostati alle elementari di via Mognano. Sempre nei quartieri a nord di Como ai docenti e ai referenti dell’istituto comprensivo è stata prospettata anche la chiusura della scuola dell’infanzia di Ponte Chiasso. Una scuola che ha una ventina di bambini che potrebbe trovare posto nel plesso di Monte Olimpino dopo una fase di riqualificazioni.

Un’altra ipotesi paventata agli insegnanti riguarda la scuola di Civiglio. Le elementari di via Pacinotti da decenni soffrono una carenza di iscrizioni e più volte sono state salvate e rilanciate. Durante il periodo Covid hanno sofferto anche per le mancate manutenzioni, oggi però hanno cinque sezioni intere e rappresentano un presidio per il quartiere. Alcune famiglie dalla città preferiscono salire da via per Brunate attratte dal verde e da una didattica alternativa.

Como Borghi

Una scuola che potrebbe essere sacrificata è la Virgilio, le medie del quartiere Como Borghi da anni sono state dimensionate a succursale della Parini. Gli alunni sono pochi, molte aule sono vuote e l’edificio ha da tempo bisogno di un ristrutturazione generale. Lo ha riferito dopo i sopralluoghi anche la preside Valentina Grohovaz, pur senza comunicazione ufficiali. Nei paraggi c’è però bisogno di potenziare le altre vicine scuole del comprensivo, per esempio la Gobbi che ospita i bambini dell’asilo Sant’Elia chiuso.

La dirigente Grazia Miccolis all’istituto comprensivo Borgovico ha invece lei stessa proposto di razionalizzare la scuola dell’infanzia di via Volta. È un plesso molto piccolo, non ha abbastanza spazi per accogliere tutte le iscrizioni, non è adatto ai fabbisogni dell’utenza, molte famiglie devono rivolgersi alla Raschi o all’asilo di via Brambilla. I pochi bambini di via Volta potrebbero trasferirsi nelle scuole di via Perti, accanto al Comune. Ad oggi l’edificio di via Perti è utilizzato solo a piano terra, il secondo piano è da anni inagibile per problemi di infiltrazioni e sarebbe necessario quindi metterci mano. La scuola non ha ottenuto i fondi chiesi al Pnrr. Già durante la precedente amministrazione comunale la giunta aveva immaginato di chiudere queste elementari tra le proteste delle famiglie.

Albate

Infine per le scuole di Albate il Comune conta di incassare dal Pnrr la bellezza di 3 milioni e 103mila euro per «realizzare un nuovo polo dell’infanzia ampliando l’asilo di via Longhena». Questo progetto svuoterebbe le scuole di via Acquanera dei bambini della materna che oggi convivono con i bambini delle elementari. Si potrebbe così aprire una riflessione per degli spazi che da sempre hanno dei problemi di logistica, basti dire che in questa scuola in mezzo alla sala per l’attività fisica ci sono delle colonne.

Si tratta comunque come detto di ipotesi. Molte scuole però sono già in allarme.

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