Al Ciceri non solo musica: «Ora il sax, poi la divisa»

Maturità Canto lirico come seconda prova per l’aspirante baritono. Scienze umane: «Orale partito da pedagogia ma nel futuro c’è l’economia»

L’amore per il canto lirico è nata da bambino, e la sua opera preferita è la Bohème di Giacomo Puccini.

Oggi, seduto fuori dalla porta della commissione, Francesco Messa, iscritto all’indirizzo musicale del Ciceri, è pronto ad affrontare l’orale della maturità. Una volta terminato, e dopo le vacanze, il suo obiettivo è proseguire gli studi al Conservatorio, così da trasformare la passione in lavoro. «Sono un po’ teso – confessa – anche se ho una buona base di partenza, 60 crediti. Ecco, spero non mi chiedano la poetica di Eugenio Montale». Nel suo caso, la seconda prova è stata un’esibizione canora in aula magna. «Sono un baritono – spiega – e dopo vorrei proseguire gli studi: non ho ancora deciso se a Milano o a Como. Dovrò, ovviamente, superare il test d’ingresso. Vacanze? Mah, non ho ancora riflettuto a fondo».

Accanto a lui c’è Matteo De Rosa: il suo turno invece sarà sabato. «Io suono il sassofono – commenta – ho cominciato presto, in quinta elementare, esibendomi nella banda». Però, nel suo futuro professionale, non vede uno strumento musicale, bensì una divisa. «Sto facendo il concorso per entrare nella guardia di finanza – aggiunge – e, ovviamente, spero di riuscire a portarlo fino alla fine». Al termine il ragazzo entrerebbe nel corpo come maresciallo: «Ho le idee chiare – conclude – mi piacerebbe fare parte del gruppo operativo antidroga». Il sassofono, quindi, resterà una passione. Matteo Massini, iscritto all’indirizzo di Scienze umane del Ciceri, chiacchiera fuori dal portone della scuola insieme con altri due amici. È soddisfatto del suo orale: «È andata bene – conferma – Il punto di partenza è stato il documento di pedagogia. Da lì, ho collegato diverse materie. Al termine, i professori mi hanno posto qualche domanda, sempre connesse però con gli argomenti trattati: non erano particolarmente complicate».

L’esito degli scritti è stato positivo, ma lo studente preferisce volare basso: «Prima del colloquio avevo racimolato 57,5 crediti. A cosa punto? A raggiungere 70. Sto basso, così se prendo di più rimango contento. Nei prossimi giorni penserò alle vacanze, mentre ho già deciso a quale facoltà universitaria iscrivermi: frequenterò Economia».

Emanuele Lopa ha terminato la maturità martedì: «Se dovessi fare un bilancio – commenta – credo siano andati meglio gli scritti rispetto all’orale: sia nella prima che nella seconda prova ho raggiunto un buon punteggio». Anche lui, prima dell’ultimo step, partiva da una situazione invidiabile, cioè 59 crediti. «Però pure io preferisco essere prudente: sperò di arrivare a 70. Vacanze e università? Per ora, punto a rilassarmi, poi, a mente sgombra e concentrata, ci penserò». Sugli anni trascorsi in didattica a distanza, lo studente sottolinea come «ci fossero dei lati positivi, per esempio dormire un pochino di più la mattina. Certo, sotto l’aspetto sociale è stato complicato».

Pietro Ramacciati aspetta il suo turno, ma è piuttosto tranquillo: «Ho assistito ad altri esami – spiega – e la struttura del colloquio non mi crea particolari ansie. Sugli scritti mi aspettavo un risultato migliore anche se, con i crediti, parto da 61. Le materie “deboli”? Forse direi matematica e fisica, mentre mi piace molto italiano, in particolare il periodo del Romanticismo». Anche lui, una volta terminata la maturità, punta a rilassarsi. «Amo molto la montagna – racconta – ma andrò una settimana anche al mare. Non ho ancora scelto la facoltà, sebbene abbia già un po’ di idee».

Cecilia Lucietti fuori dalla sede festeggia con un’amica la fine dell’esame: «Sì sono soddisfatta – conclude – ho commentato una poesia di Bertolt Brecht sulla Prima guerra mondiale, per poi passare a Ungaretti. Ora l’Inghilterra e a settembre Scienze della comunicazione in Statale: ho passato il test».

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