Aumentano i casi positivi tra gli adulti
«Sintomi non gravi, ma il virus circola»

I numeri Anche ieri sul Lario oltre 400 contagi, da inizio mese 3.389. Il 36,6% tra i 25 e i 49 anni - Uno su due ha fatto il vaccino da oltre 7 mesi, mentre uno su quattro non ha neanche una dose

Como

Il 52% dei nuovi positivi ha fatto il vaccino da più di sette mesi, uno su quattro invece è un “no vax”. Gli anziani si stanno contagiando poco, le infezioni corrono di più tra i minorenni e nell’età lavorativa.

Anche ieri a Como i casi tracciati hanno superato quota 400, è dall’inizio della settimana che si assiste ad un ritorno delle trasmissioni del virus con questa nuova variante Omicron 2. Il freddo e la poca attenzione nei comportamenti sociali facilitano la circolazione. Il tasso di positività in Lombardia è salito vicino al 10%.

Guardando ai primi 11 giorni di questo mese la quota dei nuovi positivi vaccinati da più di sette mesi sta aumentando, è passata dal 39% al 52% del dato complessivo quotidiano. Si è invece un po’ ridotta la percentuale dei positivi tra i non vaccinati, dal 31% al 24%, detto però che i no vax sono circa il 12% della popolazione totale e, pur essendo una minoranza, sono molto più esposti al contagio. I numeri residui coinvolgono infine persone vaccinate: tanto più è datato il richiamo tanto più è probabile infettarsi. Venendo alle età dei 3.389 positivi tracciati sempre dall’ inizio del mese in provincia di Como, il 21,8% sono minorenni e i contagi tra i più piccoli non fanno comunque un nuovo balzo. Certo tra i 5 e gli 11 anni la copertura vaccinale delle prime dosi è inchiodata soltanto al 35% e tra materne e asili la campagna anti Covid non è nemmeno iniziata. Quindi i bambini sono per forza di cose un bacino di trasmissione. Tra i 18 e i 24 anni si concentra il 6,3% dei contagi comaschi da inizio mese, il 36,6% tra i 25 e i 49 anni, tra i 50 e i 64 il 18,8%, tra i 65 e i 74 il 6,6% e oltre i 75 anni il 9,5%.

Nonostante la crescita dei contagi per ora negli ospedali la situazione è gestibile. Rispetto alla settimana scorsa però al Sant’Anna i pazienti con sintomi Covid sono leggermente aumentati anziché calare come succede da settimane, passando da 40 a 43 con quattro nuovi accessi dal Pronto soccorso. C’è anche un caso in Terapia intensiva, un reparto che da poco era stato dichiarato “Covid free”. In tutto il panorama lombardo ieri i ricoveri sono saliti di poche unità.

«Da qualche giorno stiamo facendo parecchi tamponi – spiega Marco Fini , medico di famiglia con studio in città – e la maggior parte degli assistiti ha pochi sintomi, raffreddamenti, qualche linea di febbre. Si tratta soprattutto di pazienti che hanno fatto da tanto il richiamo. Ma c’è anche una quota di persone che ha ricevuto tre dosi di vaccino e iniziamo purtroppo a vedere anche qualche anziano sintomatico, con la febbre alta. Niente allarmi, non sono casi da ricovero ospedaliero, però la circolazione del virus è alta e l’incubazione non è immediata. Non dobbiamo abbassare la guardia. Forse abbiamo cantato vittoria troppo presto».

I tracciamenti rispetto al mese scorso sono meno puntuali, non c’è la corsa al tampone e le persone con scarsi sintomi se effettivamente sono positive possono contribuire ad un incremento delle infezioni. Infine i decessi, che sono in numero sempre abbastanza ridotto. Ieri in Lombardia sono stati 19 e, di questi, uno in provincia di Como.

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