Beffa benzina, azzerata la carta sconto
Dal primo marzo stop agevolazioni

Il prezzo in Italia per una vecchia legge non può essere inferiore a quello praticato in Svizzera. Maroni: «Momento sbagliato, non c’erano alternative»

Da lunedì addio (temporaneo) alla carta sconto benzina. La Regione ha infatti dovuto azzerare l’agevolazione per le fasce di confine poiché, una vecchia norma, prevede che il prezzo del carburante in Italia non possa essere inferiore a quello praticato in Svizzera. E dall’ultimo monitoraggio effettuato lo scorso 13 gennaio dall’ambasciata italiana in Svizzera sono arrivati i dati che hanno certificato che essendo venute meno le condizioni economiche, l’agevolazione va sospesa.

È stato l’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini a comunicare alla giunta la modifica che scatterà, come detto, dal primo marzo.

Il meccanismo

«Il raffronto delle rilevazioni del prezzo medio ordinario tra la Confederazione Elvetica e lo Stato italiano ha evidenziato come il prezzo medio della benzina, nelle rispettive fasce di 20 chilometri dal confine, sia più alto in Italia per euro 0,01 e quello del gasolio sia più alto in Svizzera per 0,15 euro – ha scritto nella nota l’assessore – confermando la condizione che ne ha determinato la sospensione già a partire dal 13 marzo 2020 (dello sconto sul gasolio, ndr). Tale condizione non consente di mantenere attiva la misura per la benzina».

Stop quindi per decine di migliaia di comaschi al pieno con lo sconto che, attualmente, è pari a 10 centesimi al litro in fascia A e di 2 centesimi in fascia B. Benefit che, da lunedì, sparirà almeno fino al prossimo monitoraggio, previsto ad aprile. Lo stesso Caparini ha spiegato ai colleghi di giunta che «è necessario disporre la sospensione dell’agevolazione per la benzina per autotrazione sino a quando, nel rispetto delle normative statale e regionale, la differenza del prezzo medio ordinario tra la confederazione Elvetica e lo Stato italiano non ne consentiranno la riattivazione».

Le rilevazioni dei prezzi (vengono fatte su tre province con una media ponderata dei costi al fai da te) e il confronto tra i due Stati c’è ogni tre mesi. Tante sono le variabili in gioco, compreso il cambio, eventuali tasse in Svizzera. Il finanziamento dell’agevolazione viene garantito, precisa Daniela Maroni, presidente provinciale Figisc Confcommercio e vice presidente nazionale nonché “mamma” della carta sconto, a livello ministeriale da uno stanziamento di 20 milioni di euro l’anno.

L’allarme

«Per una legge antecedente, che risale agli anni ’50 - ’60, - precisa - il prezzo della benzina in Italia non può essere inferiore a quello in Svizzera. Lo stop alla carta sconto, quindi, non ha fatto niente altro che portare avanti un obbligo di legge. Non c’erano alternative, anche se il momento è chiaramente sbagliato». E aggiunge: «La situazione ora va super monitorata. Quando ero in Regione (come consigliere regionale, ndr) avevo fatto passare il meccanismo della flessibilità e, quindi, come si toglie si riapplica e speriamo si possa fare presto. Il momento è preoccupante: le famiglie hanno meno soldi, tutta l’economia sta avendo grandi difficoltà e noi gestori, pur essendo restati aperti perché servizio essenziale abbiamo avuto un calo di erogato tra il 40 e il 70% e ora viene meno un aiuto importante».

Unica cosa è che, con le frontiere chiuse, i comaschi (a meno che non siano frontalieri) non possono varcare il confine per fare benzina. L’ultima beffa? Solo poche settimane fa è stato addebitato 1,50 euro per ciascuna carta sconto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA