Botte e stupro nella cabina del telefono. Passano in tanti, ma nessuno chiama aiuto

Violenza in centro Nelle immagini acquisite dagli inquirenti si vedono almeno trenta persone. Nessuno sembra accorgersi di quel che sta accadendo: alla fine sono due straniere a intervenire

C’è un dato agghiacciante, che corre parallelo al brutale stupro avvenuto in centro città nella serata di sabato. È quello che riguarda l’indifferenza della gente rispetto a quanto stava avvenendo. Dalle immagini in possesso dei carabinieri di Como che stanno indagando sull’abuso, sarebbero almeno una trentina – compreso un gruppo di ragazzi – le persone che sarebbero passate accanto o solo poco oltre al punto dove era in corso la violenza sessuale.

Si scorgerebbe chi guarda, pure chi commenta, nessuno di questi tuttavia avrebbe chiamato i soccorsi. Ora, non tutti potrebbero aver inteso che la donna dentro la cabina era vittima di uno stupro, l’audio nel video non c’è, ma pare davvero impossibile non accorgersi quantomeno dei calci, dei pugni sferrati, della bottiglia infranta addosso alla donna bulgara di 58 anni che è ancora ricoverata all’ospedale Sant’Anna. Sono immagini forti, in tutti i sensi, quelle in possesso dei carabinieri del Radiomobile di Como e della Procura lariana che raccontano quanto avvenuto alla mezzanotte tra sabato e domenica in una cabina telefonica di via Auguadri, accanto al Tribunale. È stato proprio il servizio di videosorveglianza del palazzo di giustizia ad aver immortalato quanto avvenuto.

Si vede bene il pakistano poi arrestato, maglietta verde e pantaloncini neri, con un marsupio portato a tracolla che poi lo renderà oltremodo riconoscibile, abusare della donna bulgara dentro una delle cabine, l’ultima arrivando dalla città murata. Ma quello che si vede altrettanto bene, mentre la violenza è in corso, sono le persone che passano e vanno oltre. Nel momento centrale della violenza un uomo e una donna che arrivando dal centro passano a non più di un paio di metri dalla cabina telefonica. Lui ha una sigaretta in bocca e i capelli raccolti in una coda, avanzano piano mentre accanto c’è l’orrore. Possibile che non se ne siano accorti?

Alla fine, a salvare la donna bulgara sono state due ragazze straniere che lavorano in città, che compaiono più defilate. Osservano tenendosi a distanza, poi attraversano la strada di corsa e vanno a chiedere aiuto. Quando i carabinieri del Radiomobile arrivano in via Auguadri, Ghulam Shabbir Imran, pakistano di 41 anni, già non c’è più. Verrà ritrovato poco dopo seduto su una panchina di viale Varese, ancora imbrattato di sangue. I vestiti, come detto, sono stati posti sotto sequestro al pari del marsupio che conteneva poche monete. Nel video che l’ha incastrato – i carabinieri hanno acquisito le immagini di tutta la giornata di sabato – l’uomo si presenterebbe nella cabina di via Auguadri già con la donna alle 18.30, per ripararsi dalla pioggia che in quel momento cadeva sulla città. L’abuso invece è avvenuto intorno alla mezzanotte.

Nel video lo stupro non si vede, si intuisce solo la donna tenuta a forza dentro la cabina. Si vedono invece i calci sferrati dal pakistano, che poi pare allontanarsi per tornare subito dopo indietro, trascinare con la forza la vittima fuori dalla cabina per poi buttarla dentro in una seconda.

Le indagini

Le indagini intanto proseguono. Nonostante la mole già notevole di elementi raccolti dai militari dell’Arma, ieri la vittima dell’abuso ha anche effettuato il riconoscimento fotografico che si è concluso positivamente.

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