Bus in ritardo, multa da tre milioni ad Asf. L’azienda si giustifica: «Colpa del traffico e mancano gli autisti»

Trasporti La penale dell’Agenzia Tpl si riferisce soprattutto ai disservizi registrati nel 2022. Un terzo delle irregolarità coinvolge le linee urbane, due terzi quelle extraurbane

Una penale da tre milioni di euro ad Asf per i ritardi e le soppressioni dei bus, l’azienda è in crisi per la mancanza di autisti. L’Agenzia per il trasporto pubblico locale già a inizio anno aveva comunicato ad Asf l’avvio di controlli e verifiche sulle corse garantite sul territorio. Del resto ciclicamente studenti e lavoratori si lamentano anche a mezzo stampa dei bus che saltano.

Il monitoraggio

Questo monitoraggio ha portato l’ente, come stabilito nelle clausole del contratto, a formalizzare una richiesta economica dall’ammontare molto importante. Occorre pensare infatti che il servizio fornito da Asf vale circa 21 milioni all’anno. La cifra della penale, stando ai ben informati, non è usuale. In passato anche alle altre aziende di trasporto del territorio sono stati chiesti dei risarcimento, ma per somme più modiche o in cambio di altri servizi.

Quanto contestato dall’agenzia riguarda per soli 11mila euro il 2021, una cifra considerata fisiologica, mentre tutto il resto si concentra sul 2022. Circa un terzo dei disservizi coinvolge le linee urbane, due terzi circa la rete extraurbana. Nelle voci si parla della regolarità e della puntualità dei bus. Un capitolo corposo analizza infine le soppressioni, anche in termini di un minor numero di chilometri percorsi rispetto a quanto pattuito. Solo a marzo durante una commissione consiliare convocata in Comune proprio per discutere dei disservizi di Asf, il direttore d’esercizio Bruno Carraro aveva riferito che «nemmeno l’1% delle corse salta, nei periodi più difficili della pandemia siamo al massimo arrivati al 2%».

Le difficoltà di Asf nascono dall’ormai cronica mancanza di autisti, non bastano gli straordinari dei dipendenti già al volante. A febbraio l’azienda ha aperto un bando per assumere addirittura 60 conducenti, con le candidature aperte tutto l’anno. Mese dopo mese le selezioni vanno avanti, gli ammessi si contano comunque sulle dita di una mano.

Per di più lo scorso mese si è dimesso l’amministratore delegato di Asf, Alberto Toneatto, giunto nel 2020 da Udine. Al suo posto l’azienda ha scelto Luca Delbarba, proveniente dal gruppo Arriva, con una lunga esperienza nel trasporto pubblico di Bergamo, Cremona, Brescia e Aosta.

«Stiamo interloquendo con l’Agenzia – dice Delbarba – ad oggi questa fase di dialogo non si è ancora chiusa. Dobbiamo valutare le interpretazioni esatte delle varie contestazioni, le cifre da corrispondere o meno, tutti vogliamo chiarire i contorni del periodo analizzato». Un confronto, anche per scongiurare contenziosi.

La Svizzera

La carenza di autisti però resta ed è tale da far vacillare il servizio. «Sì, ma è un tema nazionale se non sovranazionale – ribatte l’amministratore delegato – Como in più soffre la vicinanza con la Svizzera. Ci sono più fattori che disincentivano l’assunzione di personale, ad esempio il caro casa. Adesso non cerchiamo più pochi addetti, ma decine e decine in maniera continuativa. Abbiamo anche aperto un percorso per formare nuovi autisti. E nel frattempo, per sopperire, esternalizziamo a ditte locali e non».

Su regolarità e corse saltate i comaschi hanno da ridire. «Non voglio essere polemico, ma è dura essere puntuali con tutti i cantieri che ci sono – dice Delbarba – Il traffico a Como è intollerabile. I chilometri non percorsi invece sono pochi, circa l’1%».

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