Che salasso il Patria: almeno 2,5 milioni per vederlo navigare

Il piroscafo Presentati i conti per i lavori di sistemazione «È in condizioni pietose, bisogna rifare tutto quanto. Speriamo di poterlo rimettere in movimento nel 2024»

Povero Patria, quanto mi costi. Sono quasi quattro anni che la società “The Lake of Como Steamship Company” di Enrico Guggiari e Giorgio Porta si è costituita per partecipare al bando della Provincia, pubblicato il 12 settembre 2018 per l’acquisizione di proposte per l’affidamento in concessione e gestione del piroscafo a ruote quasi centenario.

La società non è stata con le mani in mano, anche se non ha firmato la convenzione con la Provincia per attivare la concessione, dato che manca tutta una serie di passaggi. Intanto la lista degli investimenti che Steamship prevede di eseguire per riportare il Patria in navigazione, così come da business plan inoltrato alla Provincia di Como, che è l’armatore e proprietario, ha raggiunto cifre considerevoli: tutto compreso dai due ai due milioni e mezzo di euro. Solo la pavimentazione esterna in tek da rifare costa oltre 50mila euro, controllo e manutenzione dell’impianto di propulsione costano come una Lamborghini Urus.

«La cifra finale è al netto di questi 4 anni di abbandono e mancate manutenzioni da parte della Provincia, oltre che all’aggiornamento dei prezzi» dice Guggiari. Quindi per vedere il Patria tornare a navigare funzionalmente ed esteticamente come il lignaggio e gli obiettivi impongono, occorre una cifra che potrebbe lambire i tre milioni, dato l’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime e dell’energia.

Le critiche alla Navigazione

«Da quando abbiamo stilato il nostro progetto – rimarca Guggiari – non c’è stata alcuna manutenzione, quel poco di legno tek del rivestimento che si poteva salvare è venuto su tutto, ci sono infiltrazioni ovunque, il motore è arrugginito e in condizioni pietose, le cime d’ormeggio sono sfasciate, le batterie del generatore sono scariche». I tempi? I lavori potrebbero durare circa un mese e mezzo in cantiere e altri 3-4 mesi con sosta al pontile. E qui ecco il nodo, l’accordo con la Navigazione, in questa vicenda strategico anche se l’ente governativo pare remi contro.

«Potrebbe metterci a disposizione il cantiere di Tavernola, l’unico disponibile dato che a Dervio si sta costruendo un piroscafo e sono programmati lavori di manutenzione, attorno a giugno o luglio dell’anno prossimo ossia quando le manutenzioni della flotta di battelli governativa sono ormai già eseguite. Noi aspettiamo, ora la palla è in mano alla politica, sono problemi dell’amministrazione provinciale e di conseguenza dei cittadini comaschi, se si volesse decidere di metterci a disposizione il cantiere potrebbero farlo anche domattina, noi stiamo aspettando. Ormai la stagione 2022 è bella che finita, se il cronoprogramma dovesse essere rispettato finiremo i lavori nel 2024, quando potremo finalmente dire all’equipaggio che assumiamo. Per ora dormo sonni tranquilli, quando avremo firmato la concessione, allora inizierà l’insonnia».

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I nodi ancora aperti

Ma per arrivare alla firma serve mettere a posto i necessari contratti collaterali: la possibilità di attraccare ai pontili, l’accordo con il Comune di Como per poter usufruire di acqua e corrente, il contratto con la Navigazione per i lavori a Tavernola dove si dovrebbero tenere anche le necessarie verifiche quinquennali necessarie per mantenere l’iscrizione al registro italiano navale Rina (costo circa 5omila euro). Gli investitori pazientano, nonostante lo stallo, segno dice Guggiari che «l’impresa è tuttora comunque sostenibile e puntiamo a godere di un profitto». Ma da qui al 2024 dovrà esserci la congiunzione, non astrale ma reale, di soldi, volontà e contratti.

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